Arrestati cinque carabinieri: erano al servizio di un clan di Sant’Antimo


Sono ben cinque i carabinieri arrestati, mentre altri tre sono stati sospesi, per aver intrattenuto rapporti con un clan di camorra di Sant’Antimo. L’inchiesta è iniziata dopo le dichiarazioni di due pentiti. I carabinieri avrebbero fornito al boss Pasquale Puca importanti informazioni relative a indagini e operazioni di controllo sul territorio. È emerso anche un tentativo di screditare e intimidire un maresciallo, loro collega, che si stava impegnando nell’ostacolare le attività della cosca, perfino con una bomba carta sotto la sua auto, episodio da cui è derivato l’allontanamento da Sant’Antimo per motivi di sicurezza.

Cronachedellacampania.it, riporta anche una conversazione tra carabinieri intercettata il 28 febbraio 2018 grazie ad una cimice sistemata nell’auto di due dei carabinieri indagati. Uno dei due carabinieri affermava che un suo collega era proprio un infame e che sarebbe stato meglio se fosse morto in un agguato nel 2016: “almeno gliela davano una botta in fronte”.

I carabinieri arrestati sono indagati per corruzione, mentre gli altri per rivelazione di segreto d’ufficio, omissione di atti d’ufficio e abuso d’ufficio. Esclusa, però, l’aggravante mafiosa per tutti i coinvolti.


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