Conte: “Quest’estate non staremo al balcone, andremo al mare. Ma con regole e cautele”


E’ una delle domande che gli italiani si stanno ponendo in questi giorni. Quest’estate si potrà andare a mare o in montagna? A rispondere a questa domanda ci ha pensato il premier Giuseppe Conte nel corso di un’intervista rilasciata al ‘Corriere della Sera’.

Mancano due mesi all’arrivo delle vacanze e la situazione coronavirus non permette di fare programmi, però il presidente del Consiglio appare ottimista. Queste le sue parole:

“Quest’estate non staremo al balcone e la bellezza dell’Italia non rimarrà in quarantena. Potremo andare al mare, in montagna, godere delle nostre città. E sarebbe bello che gli italiani trascorressero le ferie in Italia, anche se lo faremo in modo diverso, con regole e cautele. Attendiamo l’evoluzione del quadro epidemiologico per fornire indicazioni precise su date e programmazione”.

Ancora tutte da stabilire le regole. C’è chi ipotizza un numero massimo di persone presenti in spiaggia o chi addirittura immagina ombrelloni e lettini circondati da pareti di plexiglass. Quel che sembra certo è che sarà difficile lasciare l’Italia.

Il premier nel corso dell’intervista ha anche commentato i recenti assembramenti visti in alcune città d’Italia, in particolare ai Navigli di Milano.

“Comportamenti gravissimi. Se non si rispetta il distanziamento rischiamo di vanificare tutti gli sforzi fatti e tornare a un lockdown, anche se circoscritto, con danni ancora più gravi per la nostra economia. Ma ho fiducia che continuerà a prevalere il buon senso degli italiani”.

Domani ci sarà un incontro tra Conte e alcuni governatori delle Regioni. Si discuterà delle prossime riaperture:

“Con le linee guida che ci permetteranno un controllo della curva epidemiologica, potremo permetterci anche differenziazioni geografiche. Questo non significa procedere in ordine sparso e affidarci a iniziative avventate. I risultati raggiunti sono anche il frutto del dialogo quotidiano avuto con i rappresentanti degli enti locali, grazie anche al lavoro del ministro Boccia”.

 

 


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