Funerali di Paola, la famiglia invita la comunità Lgbt: “Non deve diventare uno show”


Si terranno oggi a Caivano i funerali di Paola Maria Gaglione, la ragazza di soli 18 anni morta mentre scappava, in moto, dal fratello che voleva “dare una lezione” a lei e a Ciro Migliore, il suo compagno. La famiglia di Paola, la quale nega che il fatto sia dovuto a un sentimento transfobico, ha invitato alla cerimonia la comunità Lgbt attraverso il proprio legale. Le esequie saranno celebrate da don Maurizio Patriciello, parroco del Parco Verde, anch’egli fortemente criticato per alcune dichiarazioni a dir poco discutibili sulla vicenda e che denotano una scarsa comprensione della tematica della discriminazione di genere da parte degli esponenti del clero, i quali tuttavia spesso ne parlano.

Il rischio è che un momento di raccoglimento e di dolore diventi l’occasione per “dimostrare” qualcosa, che venga spettacolarizzato, manipolato e utilizzato per raggiungere (anche) altri fini. È pienamente condivisibile quanto affermato da Daniela Falanga, presidente di Antinoo Arcigay Napoli:

“Io spero che il funerale di Paola non diventi uno show, che non venga strumentalizzato, e spero che Ciro possa vedere la sua compagna prima dell’ultimo saluto. Questi momenti sono assurdi. Ho sempre più chiara l’idea che se non fossimo entrati in merito alla vicenda, qualcuno non avrebbe mai avuto voce”.

L’attenzione viene giustamente posta sulla situazione di Ciro, l’altra vittima, colui che ha perso la persona che amava. Ha praticamente visto morire Paola mentre il fratello si accaniva su di lui pestandolo. Finora non ha ancora avuto modo di vederla, darle l’ultimo saluto: dargli la possibilità di farlo significherebbe rispettare un diritto che gli spetta non in base alla legge scritta, ma a quella morale, etica, umana.

 


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