Tragedia Solfatara, richiesti 33 anni di carcere e multe severe: morirono madre, padre e figlio


Tragedia alla Solfatara di Pozzuoli: riprende il processo per la morte della famiglia Carrer, rispettivamente padre, madre e figlio di 11 anni, inghiottiti da una voragine e in seguito storditi dai gas. La Procura di Napoli ha richiesto complessivamente 33 anni di carcere per i gestori della Solfatara, con anche la confisca del sito e una maxi sanzione per la società.

Gli imputati avevano scelto il rito abbreviato per il loro processo, pertanto alle pene inizialmente attribuite è stato già applicato lo sconto di un terzo della pena. Sei anni di reclusione per il legale rappresentante della “Vulcano Solfatara srl” e 5 anni e 4 mesi per gli altri cinque soci, in più una sanzione pecuniaria di 172mila euro per la società e la confisca dell’area già sotto sequestro.

Ricordiamo che l’episodio, accaduto 3 anni fa, ebbe origine dal figlio Lorenzo, il quale, avvicinatosi alla zona della fangaia per scattare una foto, precipitò in seguito all’apertura di una voragine sotto i suoi piedi. Il papà e la mamma. accorsi subito nel tentativo di salvare il ragazzo, finirono per essere inghiottiti insieme a lui. Ad assistere alla scena c’era anche il figlio più piccolo dei Carrer, che oggi vive con la zia.

Per questa tragedia sono stati indagati e ad oggi sotto processo, il rappresentante legale della “Vulcano Solfatara srl” e i cinque soci della stessa. Agli imputati sono contestati reati pesantissimi: tra questi quello di omicidio colposo in concorso, disastro colposo e delitti colposi di danno, sempre in cooperazione tra loro.

Nell’udienza è stata inoltre confutata, in modo incontrovertibile, una notizia diffusasi all’indomani del dramma e che aveva profondamente ferito la famiglia delle vittime, ovvero che Lorenzo avesse scavalcato una catenella e si fosse avventurato in una zona vietata. I magistrati hanno dimostrato che l’area dove si è consumata la tragedia non era interdetta ma accessibile liberamente a qualsiasi visitatore: il ragazzo non avrebbe dunque alcuna responsabilità.

È emerso anche un altro dettaglio: le buche che via via si formavano, come quella che ha inghiottito i Carrer, sarebbero state riempite alla buona senza alcun controllo né verifica. In aggiunta a ciò, il sito sarebbe stato privo di qualsiasi autorizzazione: sembra che ve ne fosse solo una sindacale del Comune di Pozzuoli ma limitata all’attività di camping, e non per lo sfruttamento turistico dell’area.


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