Blue Whale, il “gioco” che spinge i ragazzi a suicidarsi: condannata una curatrice


Un “gioco” macabro che era arrivato in Italia nel 2017 e che spingeva i ragazzi a suicidarsi al culmine di 50 “prove di coraggio”. La Blue Whale, che non è un gioco perché i giochi sono altri, è una pratica che soggioga la mente di bambini ed adolescenti costringendoli ad atti di autolesionismo che, alla fine, terminano con il togliersi la vita. A “guidare” le vittime sono dei cosiddetti curatori che ogni giorno dicono loro cosa fare, oltre ad esigere prove fotografiche o video che dimostrino che il precedente ordine è stato eseguito.

Proprio una curatrice è stata condannata dal Tribunale di Milano ad un anno e mezzo di reclusione, con pena sospesa e non menzione, per aver costretto una minorenne di Palermo a infliggersi tagli sul corpo e inviarle le relative foto come prima delle 50 prove. Per fortuna, grazie ad un tempestivo intervento, si è riusciti a rintracciare la curatrice che oggi ha 25 anni e scongiurare che la vittima potesse proseguire negli atti autolesionistici.

Blue Whale: i consigli della polizia per adulti e ragazzi

La Polizia Postale e delle Comunicazioni tiene sotto controllo il fenomeno e le persone che potrebbero esporsi ad un rischio concreto per la loro vita. Ha diffuso, inoltre, sul proprio sito alcuni consigli pratici per gli adulti e per i ragazzi che riportiamo di seguito.

PER GLI ADULTI
– Approfondite sempre quello che non vi convince: ferite sul corpo e comportamenti inusuali;
– Aumentate il dialogo sulla rete e sulla sicurezza: fatevi dire come la pensano al riguardo;
– Prestate attenzione a cambiamenti dei ritmi di vita: guardare film horror, svegliarsi nel cuore della notte, ascoltare musica triste e salire sui cornicioni dei palazzi;
– Se vi accorgete o avete il sospetto che vostro figlio frequenti spazi web su Blue Whale parlatene con lui, senza esprimere giudizi e né sminuire il fenomeno.
– Se vostro figlio vi confida che c’è un compagno che partecipa alla Blue Whale comunicatelo ai suoi genitori o alla scuola oppure segnalatelo qui alla Polizia di Stato.

PER I RAGAZZI
– La sfida del Blue Whale non è un gioco né una prova di coraggio, è qualcosa che attraverso i social può far leva sulla fragilità di alcuni bambini e ragazzi, inducendoli a mettersi seriamente in pericolo: non contribuire a diffondere questo rischio;
– Nessuna sfida con uno sconosciuto o con gruppi di amici sui social può mettere in discussione il valore della tua vita: segnala chi cerca di indurti a farti del male, a compiere autolesionismo, ad uccidere animali, a rinunciare alla vita cliccando qui;
– Non sei obbligato a proseguire: parlane con qualcuno, chiedi aiuto, chi ti chiede ulteriori prove cerca solo di dimostrare che ha potere su di te;
– Ricorda che chi minaccia te o la tua famiglia vuole dimostrare di poterti comandare, non lasciarti ingannare;
– Se conosci un coetaneo che dice di essere una Blue Whale parlane subito con un adulto: potrebbe essere vittima di una manipolazione psicologica, di una suggestione e il tuo aiuto potrebbe farlo uscire dalla solitudine e dalla sofferenza;
– Se sei stato aggiunto a gruppi whatsapp, Facebook, Istagram, Twitter o altri social che parlano delle azioni della sfida Blue Whale, parlane con i tuoi genitori o segnalalo subito cliccando qui;
– In rete come nella vita aiuta sempre chi è in difficoltà.


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