Lucia picchiata a morte durante il lockdown: il compagno condannato a 16 anni di carcere


Napoli Confermata in appello la pena a 16 anni di reclusione per Vincenzo Garzia, condannato per omicidio preterintenzionale dalla Corte di Assise di Appello di Napoli per avere ucciso la sua compagna, Lucia Caiazza, morta il 14 maggio 2020 in ospedale dove era giunta in condizioni disperate e con una gravissima emorragia interna. A dare la notizia è Ansa.

Lucia Caiazza negava le violenze

Secondo la perizia fatta dagli esperti la donna fu picchiata con un colpo violento all’addome, un pugno o più probabilmente un calcio, tra il 4 ed il 10 maggio 2020. L’Italia era ancora in pieno lockdown per la pandemia da Covid-19. Il decesso è avvenuto il giorno 14, dopo che Lucia aveva ancora negato le violenze, pure davanti ai medici. Aveva 52 anni.

Pestaggi e lividi giustificati con una terapia medica

Non era la prima volta che la donna era stata picchiata dal compagno, secondo quanto raccontato dalle figlie Sara e Rosa che sono rappresentate legalmente dall’avvocato Sergio Pisani. Le due ragazze hanno raccontato ai giudici che la madre giustificava i lividi che aveva sul corpo adducendo la colpa alla terapia farmacologica antiaggregante a cui era costretta da anni. L’ultimo pestaggio, quello fatale, provocò una lesione interna con sanguinamento e fu tenuta nascosta per giorni: ai medici Lucia Caiazza disse che era caduta dalle scale.


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI