Bonus 200 euro, c’è chi lo riceve ma dovrà restituirlo: perché e in quali casi


Il bonus di 200 euro, previsto dal Decreto Aiuti, sta per arrivare ma c’è anche la possibilità che, a seguito della verifica dei requisiti richiesti, alcuni soggetti debbano restituirlo.

Bonus 200 euro: chi dovrà restituirlo

L’importo sarà liquidato nelle buste paga negli assegni di luglio (dunque arriverà ad agosto) per lavoratori dipendenti, percettori del Reddito di cittadinanza e pensionati. Le altre categorie, come collaboratori, lavoratori stagionali, domestici o dipendenti del settore spettacolo, dovranno invece farne richiesta all’Inps e attendere il mese di ottobre.

Nella circolare numero 73 del 24 giugno 2022, l’Inps ha precisato cosa avviene nei casi di indebita riscossione del bonus: “L’Ente regolatore procede alla verifica della situazione reddituale e, in caso di somme corrisposte in eccedenza, provvede alla notifica dell’indebito entro l’anno successivo a quello di acquisizione delle informazioni reddituale”

L’erogazione dei 200 euro avviene “in via provvisoria e il consolidamento del diritto al riconoscimento delle stesse si attua solo all’esito dell’acquisizione delle informazioni reddituali e delle conseguenti attività di elaborazione finalizzate alle relative verifiche”.

C’è il rischio, dunque, che l’importo venga erogato in maniera provvisoria ma, a seguito delle dovute verifiche, il beneficiario non in linea con i parametri richiesti dovrà restituirlo. La revoca del bonus viene applicata non solo per il mancato rispetto del requisito del reddito (che non deve superare i 35 mila euro) o dello sgravio contributivo dello 0,8% per i lavoratori dipendenti, ma anche per l’eventuale ricezione dell’importo da due datori di lavoro o per revoca del trattamento pensionistico.

Lo stesso Istituto ha chiarito: “L’eventuale erogazione di somme in eccedenza può riguardare non soltanto il caso in cui, dopo la prevista verifica, il soggetto risulti avere percepito nel 2021 un reddito superiore a 35.000 euro, ma anche l’ipotesi in cui il trattamento pensionistico che ha dato titolo al riconoscimento dell’indennità una tantum sia revocato o, comunque, tutte le circostanze in cui si accerti successivamente la non sussistenza del diritto a prescindere dal requisito reddituale”.


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