Pnrr, oltre 2,5 miliardi alle scuole del Sud ma è troppo poco: solo il 49% delle risorse


Oltre 2.5 miliardi di euro dal Pnrr alle scuole del Sud. Una somma senza dubbio importante, ma esigua considerato che si tratta soltanto del 49% delle risorse totali. Per annullare il divario tra Nord e Sud quella percentuale è troppo esigua. È bene ricordare che l’Europa ha riservato la fetta più grossa del Recovery Fund all’Italia perché Mezzogiorno è una delle aree più povere del continente, adoperando dei criteri (popolazione, inverso del pil e occupazione) secondo i quali al Sud dovrebbe spettare il 68% dei fondi. Dobbiamo comunque rendere merito alla ministra Mara Carfagna che, con il suo impegno, è riuscita a incrementare le quote destinate al meridione che il precedente Governo Conte aveva fissato al 34%.

I ministri dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, per il Sud e la Coesione territoriale, Mara Carfagna, e per le Pari Opportunità e la Famiglia, Elena Bonetti, hanno presentato in conferenza stampa lo schema di decreto che riparte i primi 5.210 milioni di euro del PNRR riservati al mondo della scuola. Al Sud andrà il 49,2% di queste risorse, pari a oltre 2.560 milioni di euro. Ma sugli obiettivi prioritari, come la nascita di nuovi asili nido e la promozione del tempo pieno nella scuola primaria, la percentuale della ‘quota Sud’ supera rispettivamente il 55% e il 57%.

“È una svolta senza precedenti, che dice a venti milioni di cittadini meridionali e ai loro figli: potete sperare, il sistema Paese lavora anche per voi, soprattutto per voi”, ha dichiarato il ministro Carfagna. “Abbiamo introdotto anche una specifica clausola di salvaguardia: se qualche Regione meridionale non riuscirà ad assorbire tutte le cifre disponibili, il residuo sarà comunque redistribuito al Sud”.

Pnrr e scuola: gli interventi e le relative risorse

Piano di costruzione di nuove scuole mediante sostituzione edilizia

Il decreto riparte tutti gli 800 milioni previsti dal PNRR per questo obiettivo. L’obiettivo è di sostituire gli edifici più obsoleti con strutture moderne, ospitali, inclusive, innovative e sostenibili. Con queste risorse, si punta a far nascere 195 nuovi edifici scolastici, per una quota stimata di circa 58mila alunni. Al Sud andranno 320 milioni di euro, pari al 40% del totale.

Piano per gli asili nido e le scuole dell’infanzia

Con questo intervento, si mettono a disposizione 3 miliardi di euro, dei 4,6 miliardi previsti da questa voce del PNRR. In particolare, 2,4 miliardi sono destinati agli asili nido e 600 milioni alle scuole dell’infanzia. Gli investimenti sono rivolti alla costruzione, riqualificazione e messa in sicurezza di edifici destinati a ospitare strutture scolastiche per bambini da 0 a 6 anni, con particolare attenzione alla fascia 0-3. Si vuole così implementare l’offerta educativa e la qualità dell’insegnamento, rinnovando gli ambienti di apprendimento. Sono circa 1.800 gli interventi previsti in questa fase, che porteranno alla creazione di oltre 260mila nuovi posti.

Inoltre, gli investimenti per la nascita di nuovi asili si associano alla norma inserita dal governo nel disegno di legge di Bilancio – su azione in particolare del ministro Carfagna – per assegnare ai Comuni più svantaggiati le risorse necessarie a garantire questo servizio a regime ad almeno il 33% dei bambini residenti sul territorio. Al Sud sono riservati 1.327 milioni per gli asili nido (55,3%) e 240 milioni per le scuole dell’infanzia (40%).

Piano di estensione del tempo pieno

Sono pari a 400 milioni di euro gli investimenti previsti da questo schema di decreto rivolti a costruire o riqualificare circa mille locali da adibire a mense scolastiche, così da favorire la diffusione del tempo pieno nelle scuole primarie. Altri 560 milioni riservati dal PNRR a questo scopo saranno assegnati successivamente. In questo modo, si potrà rafforzare l’offerta educativa e garantire l’apertura delle scuole anche nel pomeriggio, così da assicurare un servizio per tutto il territorio circostante, promuovere la coesione sociale, incoraggiare la creatività e l’innovazione, nonché combattere il fenomeno dell’abbandono scolastico nelle aree più svantaggiate. Proprio per questo motivo, solo in questa prima fase al Sud sono destinati circa 231 milioni, pari al 57,7% del totale.

Piano per le infrastrutture per lo sport nelle scuole

Il decreto assegna 300 milioni di euro per potenziare la presenza di palestre e strutture sportive all’interno delle scuole. L’obiettivo inserito nel PNRR è di intervenire almeno su 400 edifici. Ciò consentirà non solo di promuovere lo sport e le attività motorie tra gli studenti, ma anche di garantire un servizio che potrà essere utilizzato dall’intera comunità circostante in orario extra-scolastico, attraverso apposite convenzioni. La scuola diventa così un punto di riferimento per la riqualificazione delle aree urbane, oltre ad estendere e potenziare i servizi educativi offerti. L’investimento riservato al Sud è pari a circa 163 milioni di euro (54,3% del totale).

Piano di messa in sicurezza e riqualificazione delle scuole

Dei 3,9 miliardi riservati dal PNRR a questo investimento, il decreto presentato oggi riparte i primi 710 milioni di euro per gli interventi di riqualificazione, messa in sicurezza ed efficientamento energetico degli edifici scolastici. Le risorse del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza si sommano a quelle altrettanto consistenti provenienti dai Fondi strutturali europei, per moltiplicare gli effetti positivi sulle strutture scolastiche. Il 40% di questa prima tranche, pari a 284 milioni di euro, andrà alle regioni meridionali.

Nel corso della conferenza stampa, il ministro Carfagna ha anche annunciato il rafforzamento e l’estensione della task force sull’edilizia scolastica fino al 2025. Questo provvedimento nasce da un accordo con il Ministero dell’Istruzione, che rende disponibili ulteriori 62,8 milioni di euro provenienti dal PON Governance, per consentire all’Agenzia per la Coesione territoriale di reclutare altri 170 esperti (ingegneri, architetti, giuristi, amministrativi). Questi ultimi andranno a supportare gli enti locali nell’attuazione e l’accelerazione degli interventi finanziati, oltre a sostenere le amministrazioni centrali e regionali nelle fasi di programmazione, selezione e monitoraggio dei progetti.


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