Il nuovo album uscì nel 1979 con il titolo “Pino Daniele”. Sulla copertina un Pino Daniele, appunto, nell’atto di farsi la barba in quattro foto differenti. Solo la prima e l’ultima hanno uno stesso orario per rappresentare la ciclicità della vita. Protagonista dell’opera è Napoli con i suoi odori e i suoi colori, ma soprattutto con la sua gente. Contiene uno dei più grandi del bluesman napoletano: “Je so’ pazzo”. Brano che ebbe un grande successo di pubblico grazie alla partecipazione di Daniele al Festivalbar e che vedeva il cantautore vestire i panni di un moderno Masaniello che dava voce alla rabbia e al desiderio di giustizia della propria generazione.
Faceva parte del disco “Pino Daniele” anche la canzone “Chillo è nu buono guaglione”. Con questo brano l’artista napoletano fu uno dei primi ad affrontare il tema dell’omosessualità e della transessualità, argomenti all’epoca ritenuti abbastanza tabù. Il testo narra di un ragazzo che sogna di diventare donna “chillo è nu buono guaglione e vo’ essere na signora” e che si prostituisce per potersi pagare l’operazione “fa ‘a vita sott’ a nu lampione e quando arriva mezzanotte scende e va a faticà […] chillo è nu buono guaglione s’astipa ‘e sorde pe ll’operazione non ha alternativa solo azione decisiva”.
Vorrebbe in futuro chiamarsi Teresa e poter avere un marito e una casa: “chillo è nu buono guaglione crede ancora all’amore chillo è nu buono guaglione sogna la vita coniugale”. Ma soprattutto il giovane, che Daniele definisce anche con il termine napoletano “ricchione”, vorrebbe non essere deriso dalla gente che lo osserva e potersi sentire accettato “e uscire poi per strada e gridare so’ normale e nisciuno me dice niente e nemmeno la stradale”. Per capire l’importanza che questo brano ha avuto nella storia della canzone napoletana e non solo, basti pensare che la frase “Chillo è nu buono guaglione” è entrata ormai anche nel linguaggio popolare per giustificare un giovane che, nonostante la sua indole, abbia commesso un’azione sbagliata o abbia pronunciato una parola cattiva.
Fonti: Salvatore Coccoluto, “Pino Daniele: Una storia di blues, libertà e sentimento”, Reggio Emilia, Imprimatur, 2015
Mario Basile, “Pino Daniele, così timido e riservato, vi racconto il genio in bianco e nero”, su Repubblica Napoli, 13 gennaio 2015