Cruciani: “Miracolo di San Gennaro una buffonata”. Perché si sta sbagliando


Si è innescata un’altra polemica tra Giuseppe Cruciani ed una parte di Napoli, o meglio, ed i devoti a San Gennaro. Nella puntata di ieri pomeriggio de La Zanzara il giornalista ha commentato il fenomeno del “miracolo” dello scioglimento del sangue, in modo polemico e scettico, come d’altra parte fa anche una parte piuttosto consistente dei napoletani stessi.

Cruciani e il “miracolo” di San Gennaro

“Intanto ragazzi, piccola parentesi. Leggo: “‘San Gennaro, niente miracolo a Napoli. L’ultimo tentativo nel pomeriggio'”. Vi stupisce che non si sia sciolto il sangue di San Gennaro? C’è ancora qualcuno che può credere al sangue di San Gennaro che si scioglie? Ma che roba è? È una roba mediatica. Il sangue di San Gennaro, dai! Non mi dire che credi al sangue di San Gennaro, allo scioglimento del sangue di San Gennaro!”

Dopo qualche minuto, giunta la notizia della liquefazione, ha affermato:

“‘San Gennaro ha compiuto il miracolo, si è sciolto il sangue del santo patrono'”. Che buffonata è? Tu credi a queste cose? I miracoli non si fanno più volte, c’è un solo miracolo. Un anno sì, l’altro no, la mattina no, la sera sì. È un’enorme buffonata. Qualcuno parla di rito laico: ma quale rito laico nelle chiese con tanto di cardinali e di preti? Quelli che organizzano queste cose andrebbero arrestati, arrestati per circonvenzione di incapaci. Arrestati per modo di dire naturalmente, però è circonvenzione di incapaci. Dai ragazzi, il sangue di San Gennaro che la mattina non si scioglie e la sera si scioglie? Questa roba non avviene nelle sinagoghe, c’è più serietà”. 

Se il parere di Cruciani potrebbe anche essere condivisibile per alcuni aspetti, bisogna ad ogni modo dire che il conduttore pecca di una deficienza di informazione in merito alla questione. Da bravo giornalista, crediamo che accoglierà di buon grado le seguenti precisazioni che dimostrano perché il concetto che ha espresso è fondamentalmente sbagliato sul piano teorico.

Miracolo? No, prodigio

Prima di tutto non si tratta di miracolo ma di prodigio, cose che sono ben distinte e separate. La Chiesa Cattolica ha più volte precisato che non si tratta di miracolo nel senso proprio del termine, poiché, appunto, i miracoli avvengono una sola volta e non possono essere “previsti”. La liquefazione del sangue del patrono di Napoli va quindi annoverata tra i prodigi, poiché allo stato attuale la scienza non è riuscita a dare una spiegazione sufficiente e completa al fenomeno. La tesi della tissotropia, più volte citata in altre occasioni, non è riuscita a spiegare come mai il prodigio si ripeta da secoli, mentre nel caso dello studio pubblicato da Nature la soluzione riprodotta ha perso la sua proprietà dopo alcuni anni.

La posizione ufficiale della Chiesa

Quando Cruciani quindi afferma che il “miracolo” di San Gennaro è una buffonata, usando gli argomenti che ha usato, lo fa poggiando la propria tesi su un errore di fondo. Trattandosi di prodigio, i fedeli sono liberi o meno di credervi. Ma c’è di più: la Chiesa ha più volte ricordato che allo scioglimento o mancato scioglimento non deve essere attribuito alcun significato (ad esempio una sciagura in caso di mancata liquefazione). Lo scorso anno infatti Doriano Vincenzo De Luca, prelato della Cappella del Tesoro, ha dichiarato: “Associare il mancato prodigio a qualcosa di non positivo ha a che fare esclusivamente con la tradizione popolare e non con la fede. Come Chiesa abbiamo sempre rifiutato questa associazione. Non lo leghiamo a eventi nefasti e catastrofici, piuttosto lo consideriamo come un invito a un supplemento di impegno e di preghiera che San Gennaro ci chiede”.

Il miracolo laico

Altra imprecisione riguarda la definizione di rito laico o miracolo laico, che appartiene solo al prodigio che si verifica il 16 dicembre, il terzo dell’anno. Come già spiegato altrove, si parla di rito laico poiché a differenza degli altri due questo è gestito interamente dalla Deputazione e si svolge nella Cappella del Tesoro di San Gennaro, la quale si trova all’interno del Duomo di Napoli ma non appartiene alla Diocesi, visto che è stata costruita a partire dal 1527 dal popolo napoletano in osservanza di un voto. La Cappella ed il Tesoro stesso non appartengono alla Chiesa, ma a tutti i cittadini di Napoli. Il 16 dicembre si ricorda proprio il rinnovarsi di quel voto, che fu sottoscritto tra il popolo napoletano e San Gennaro mediante atto notarile. Ecco, questa sì che è una “stranezza”, però è la storia che si cela dietro la definizione di rito laico. Il termine “laico”, infine, secondo la definizione data da Treccani non sottintende l’essere ateo o agnostico, bensì indica “nella Chiesa cattolica, ogni persona battezzata che non ha alcun grado nella gerarchia ecclesiastica”. I laici quindi sono i cattolici non appartenenti al clero.

Napoli città pagana (che non significa “non religiosa”)

Tutto questo discorso non ha ovviamente lo scopo di far cambiare idea a Giuseppe Cruciani, ma soltanto di correggere le informazioni che ha fatto trapelare e che continuano ad alimentare pregiudizi ed inesattezze sul presunto prodigio di San Gennaro. Permane tuttavia la serie di pratiche, usanze e superstizioni proprie dei napoletani che possono essere ben viste o meno, ma questo è un discorso differente da fare in altre sedi. Napoli è stata, è e molto probabilmente sarà la città più pagana della cristianità (il culto di San Gennaro ha molte cose in comune con quello di Virgilio).


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