La chiesa della Scorziata. Un tempio abbandonato


I più pigri penseranno di poter tornare indietro dopo aver percorso via Tribunali ed essere arrivati in piazza San Gaetano dove hanno potuto osservare la basilica di San Lorenzo Maggiore e la basilica di San Paolo Maggiore. Ma per i più temerari il viaggio continua. Salendo per vico Cinquesanti, sulla destra, si potrà notare un edificio barocco abbandonato a cui è impossibile accedere per la presenza di bidoni della spazzatura e non solo. Nessun cartello vi indicherà il nome del fabbricato, ma la gente del luogo vi potrà assicurare che vi trovate dinanzi una chiesa. Il sacro tempio della Scorziata ha perso tutte la caratteristiche di un monumento religioso, se non fosse per una croce decadente situata in cima.

La chiesa fu costruita nel 1579 per volontà di Luisa Paparo, in seguito alla disposizione del padre Aurelio, e di Giovanna Scorziata, vedova di Ferrante Brancaccio. Quest’ultima nobildonna ha lasciato una memoria “Fondazione e regole del Sacro Tempio della Scorziata sottoposto a’ RR. Padri Chierici Regolari” redatta nel 1579 e conservata in una copia ottocentesca nella Biblioteca Nazionale di Napoli. Dallo scritto si evince che la chiesa fu affidata all’ordine dei chierici regolari teatini fondato da san Gaetano Thiene e Gian Pietro Carafa.

“Notizie del bello, dell’antico e del curioso della Città di Napoli” di Carlo Celano

Carlo Celano afferma nel suo scritto “Notizie del bello, dell’antico e del curioso della Città di Napoli” che scopo del tempio era mantenere un collegio di vergini nobili da educare e predisporre al matrimonio o alla monacazione. Nel 1585 Luisa Paparo abbandonò la gestione della chiesa per incomprensioni sulla gestione del collegio e fondò il convento di Santa Maria della Stella alla Paparella.  Nel XVIII secolo il complesso subì diverse modifiche, fino a quando nel 1941 fu affidato all’Arciconfraternita del Santissimo Sacramento dell’Avvocata a cui si deve la costruzione del portale in stucco e piperno. Dello stesso materiale sono i pilastri, scolpiti in stile barocco.

Interno della chiesa della Scorziata

L’interno era ricco di opere d’arte come il “San Giovannino”, copia della tela di Caravaggio; la “Presentazione al Tempio”, realizzata da un allievo di Francesco Solimena; una “Madonna che appare a san Romualdo”  attribuita a un pittore manierista e ancora una “Madonna del Rosario” di un allievo di Massimo Stanzione. Non mancavano opere del Settecento come la “Madonna con Sant’Anna e Sant’Agnello” e la “Madonna con il Bambino e i Santi”, oltre ad acquasantiere e a una statua di Santa Rosa. Tutte queste opere d’arte sono state razziate nel corso degli anni. Inoltre alcune infiltrazioni d’acqua hanno causato il crollo della volta risalente al XVII secolo. Seri danni furono provocati anche dal terremoto del 1980. Ma i furti, i cedimenti e i cambi di direzione non hanno ridotto la chiesa all’edificio abbandonato che si può osservare oggi. Nel 2012 l’accumulo di ceppi di legno, raccolti nei pressi del monumento per festeggiare il giorno di Sant’Antonio, provocò un incendio e la chiesa della Scorziata andò in fiamme. Furono fortemente danneggiate le travi di sostegno dell’edificio e carbonizzato il portale.

Oggi tutto ciò che i passanti possono osservare, degli interni di questo monumento religioso, è un frammento di colonna corinzia visibile da uno scorcio che sovrasta quello che una volta era il portale d’ingresso.

Fonti: Carlo De Fede, “Il decumano maggiore da Castelcapuano a San Pietro a Maiella”, Liguori Editori, Napoli, 2005; Carlo Celano, “Delle notizie del bello: dell’antico e del curioso della città di Napoli”, Vol. 2, G. Raillard, Napoli, 1692; Gennaro “Aspreno Galante, Guida sacra della città di Napoli”, Stampa del Fibreno, Napoli, 1872; Adriana Valerio, “Archivio per la storia delle donne”, Vol. 1, D’Auria Editore, Napoli, 2004.


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