La Juve vuole il VAR in Champions ma non in Serie A: sbalzi d’umore bianconeri


Brucia, brucia tanto al popolo juventino l’eliminazione dalla Champions League maturata ieri per mano di Cristiano Ronaldo a favore del Real Madrid, con l’arbitro bersagliato per la concessione del rigore decisivo, soprattutto da Chiellini e Buffon che, nel post gara, lo hanno apostrofato con termini alquanto inappropriati.

La questione che però fa riflettere è che dalle dichiarazioni dei bianconeri emerge improvvisamente una voglia matta di VAR. Cos’è il VAR? Ricordiamolo velocemente: si tratta di una tecnologia video introdotta nei campi da gioco in assistenza degli arbitri, qualora questi si trovassero davanti a situazioni di gioco ambigue o di difficile interpretazione.

Detto questo, nel post gara di ieri, ai microfoni accondiscendenti di Mediaset Premium, il presidente bianconero Andrea Agnelli ha attaccato duramente la Uefa per non aver ancora introdotto, nelle partite di coppa, la video-tecnologia, e l’ex arbitro Collina, oggi designatore proprio per la Uefa, accusato di sfavorire le squadre italiane con arbitri scarsi per mostrare la sua imparzialità. Ovviamente, queste dichiarazioni hanno fatto da apri pista per quelle degli altri bianconeri che, a turno, hanno manifestato la loro sofferenza per come sono stati “maltrattati”.

Gli osservatori più attenti, però, hanno notato una totale differenza di linea, a distanza di pochi mesi, sull’uso del VAR, da parte di Buffon e compagni. Infatti, facendo un passo indietro al 26 agosto 2017, 2a giornata di Campionato, che vide la Juve in trasferta a Genoa, proprio il “povero” Buffon così si esprimeva sul VAR: “Così non mi piace, se ne sta facendo un uso spropositato e sbagliato. Parto dal presupposto che bisogna liberare gli arbitri dal mostro, anche per poter valutare serenamente la bravura di un direttore di gara che si deve prendere la responsabilità delle decisioni in base alle percezioni del campo. Secondo me si sta facendo un uso spropositato del Var, sbagliato. Si diceva che andava utilizzato con parsimonia, in modo giusto e utile. E invece così sembra di giocare a pallanuoto, è qualcosa di molto brutto. Anche perché nel calcio non tutti i contatti sono da rigore“.

L’arbitro deve prendersi le “resposabilità delle decisioni“, diceva Buffon, e in realtà è quello che ha fatto ieri l’arbitro inglese, Michael Oliver, concedendo un rigore sacrosanto per un’entrata scomposta di Benatia su Vazquez pronto a battere a rete. Ma non sono le uniche dichiarazioni in tal senso.

Infatti, a distanta di qualche mese dalle dichiarazioni di Buffon, arrivò anche la sentenza negativa di Massimiliano Allegri: “Gli episodi decisi con il Var? Non giudico, dico solo che se vogliamo far diventare il calcio un non-sport allora continueremo a usare il Var su situazioni soggettive. Poi in primavera gli episodi saranno così determinanti che le gare dureranno 4 ore, come negli sport americani, e ci si dovrà organizzare anche per gli spettatori. Per me il Var andrebbe usato solo su elementi oggettivi, se un fallo è dentro o fuori dall’area, se è fuorigioco o no e se è gol o no. Per problemi soggettivi deve decidere l’arbitro per me“.

Allegri sosteneva a gran voce che “Deve decidere l’arbitro per me“, ma magicamente quando il gioco si fa duro, i bianconeri iniziano a piagnucolare (ma non erano i napoletani quelli che piangevano sempre?) e ad invocare il sempre e tanto odiato VAR per un episodio che, tra l’altro, è stato ben interpretato dall’arbitro.

Non si sa se prima o poi la Uefa introdurrà la tecnologia nelle partite delle competizioni europee, ma si sa soltanto che davanti a questi sbalzi d’umore juventini, che mettono in imbarazzo tutto il movimento calcistico italiano (più di quanto ci abbia già pensato la Nazionale), c’è solo da dire: così non VAR.


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