Portici, la festa di San Ciro diventa un caso: comitato cittadino attacca sindaco e parroco


Italia Paese di santi, poeti e navigatori recitava un vecchio modo di dire. Certamente meno di organizzatori. Già, perché se nemmeno la festa di una santo patrono riesce a mettere tutti d’accordo qualche problema dovrà pur esserci. A Portici, ad esempio, ve ne sono almeno due e riguardano entrambi le celebrazioni per la sentitissima ricorrenza di San Ciro. A sollevarli un comitato cittadino ad hoc, che si è più volte scagliato contro sindaco ed ecclesiastici.

Secondo “Tutti insieme per San Ciro” – questo il nome del comitato stesso (anche se non riconosciuto ancora ufficialmente in quanto tale) e dell’omonima pagina Facebook che ad esso fa riferimento – i nodi da sciogliere riguarderebbero da una parte le celebrazioni eucaristiche abitualmente tenute durante la festa del 31 gennaio e dall’altra la processione, che invece si svolge la prima domenica di maggio, dato che San Ciro a Portici ha ben due giorni ad Egli dedicati.

Per quel che concerne il primo punto il problema, stando a quanto riferisce Gianni Bamundo – membro di “Tutti insieme per San Ciro” – “è l’eliminazione avvenuta quest’anno della messa delle 6:00 del mattino, particolarmente importante per tutta la città, poiché considerata una celebrazione dedicata esclusivamente ai popolo del luogo, tanto da essere definita proprio ‘a messa de’ purticise”. A fronte di tale cambiamento la chiesa di San Ciro, nel giorno precedente al 31 gennaio, resterà però aperta fino alla 1:00 una di notte (senza però alcuna messa), mentre solitamente chiude già alle 20:00 di sera.

Bamundo e molti suoi altri colleghi, tuttavia, non la considerano un’alternativa valida, poiché “delle undici messe che si celebrano in onore del nostro santo patrono durante quella giornata quella a cui teniamo particolarmente è proprio quella che hanno tolto. Molti porticesi che, ad esempio, generalmente lavorano, infatti si recano in chiesa al mattino presto in modo da poter dedicare comunque una preghiera a San Ciro”. Nemmeno il fatto che però quest’anno la festività ricorra di domenica placa la rabbia del comitato, in quanto “le altre messe tradizionalmente sono frequentate da pellegrini, turisti e devoti di altre città e quindi noi ci sentiamo espropriati di una momento di maggiore intimità col nostro protettore“.

Non solo, perché “Tutti insieme per San Ciro” si sente espropriato anche della possibilità di veder passare la statua di San Ciro lungo la propria via di residenza. E qui veniamo alle problematiche legate alla processione della prima domenica di maggio, che in sostanza si riducono ad un unico ma fondamentale punto: la riduzione del percorso e delle ore dedicate a tale manifestazione. Negli anni precedenti, infatti, la stessa durava dalle 10:00 del mattino fino alla 1:00 di notte, ma il nuovo parroco l’ha ridotta fino alle 21:00, adducendo che era stata la stessa CEI (Conferenza Episcopale Italiana) a stabilire una durata massima di tre ore per qualunque processione religiosa e che se quella per San Ciro può durare comunque undici ore è solo grazie ad una intercessione del Cardinale Sepe in persona.

Non ci sembra nemmeno un’idea così cattiva – continua Bamundo – ma ciò fa sì che la statua non passi in tutte le strade in cui passava prima, cosa a cui molti porticesi tengono particolarmente. Per cui quello che proponiamo è di creare percorsi che un anno possano coinvolgere alcune vie ed una altro anno quelle escluse in precedenza, in modo da accontentare tutti“. O almeno le circa 250 famiglie che negli ultimi due anni hanno firmato una petizione affinché fosse adottata tale direttiva.

Il problema, però – per il comitato – sembra essere proprio la mancanza di un interlocutore vero e proprio al quale rivolgere questi appelli, visto che “interpellati più volte attraverso mail, raccolta firme e altre modalità, il sindaco, il parroco e il cardinale – ha chiosato Bamundo – hanno fatto da scaricabarile tra loro, senza che nessuno si sia mai preso la responsabilità dell’organizzazione della festa di San Ciro“.

E al momento, con il 31 gennaio ormai alle porte, non sembra si vada verso una soluzione comune. Chissà, forse ci vorrà l’ennesimo miracolo per mettere di nuovo tutti d’accordo.


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