Arrestato il boss di Forcella Lino Sibillo capo della “paranza dei bambini”


Arrestato a Terni l’aspirante boss di forcella Pasquale Sibillo, 24 anni, fratello di Emanuele, ucciso in un agguato lo scorso 2 luglio a via Oronzo Costa. Lino, come era comunemente chiamato, è stato tradito da un tatuaggio sull’avambraccio. Aveva, infatti provveduto a cambiare alcune caratteristiche dell’aspettocome la barba e i capelli, ma si sa i tatuaggi, indelebili e distintivi, non possono mentire.

Sibillo si nascondeva a casa di parenti portandosi addosso un‘ordinanza di custodia in carcere, emessa a giugno, dai Pm della Dda Henry John Woodcock e Francesco De Falco e dal procuratore aggiunto Filippo Beatrice.

L’uomo, che sarebbe dovuto divenire il successore del fratello, apparteneva al cartello camorristico, soprannominato paranza dei bambini, il quale prende questo nome per la giovanissima età degli adepti; tale famiglia era in combutta con la famiglia del Malerba, per la divisione delle piazze di spaccio e per l’estorsione: una faida, a forcella, che dura da diverso tempo.

Il Capo della polizia Alessandro Pansa si congratula in questo modo con gli agenti: “L’arresto è arrivato grazie al generalizzato incremento delle attività investigative, proposto dello stesso Ministro dell’Interno. Grazie a questa operazione si rafforza il senso di fiducia del cittadino verso le istituzioni e si garantisce la riaffermazione della legalità in territori difficili come quello napoletano”.

Su twitter anche il commento di Matteo Renzi, il quale scrive: “Grazie alla Polizia e agli inquirenti per l’arresto di Lino Sibillo. L’Italia non è il Paese degli impuniti“.

Tuttavia di impuniti ce ne sono e come: ogni persona, istituzionale e non, che permette alla camorra di sopravvivere, abbassando lo sguardo e assecondando dinamiche, non solo camorristiche, che lacerano il nostro tessuto civico.


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