Carabiniere ucciso a Roma, parlano i padri di Elder e Natale


I padri dei due ragazzi americani Finnegan Lee Elder e Christian Gabriel Natale Hjorth accusati dell’omicidio di Mario Rega sono arrivati a Roma nelle scorse ore.

“La prima cosa che vorrei sapere è quale è la prassi burocratica per poter rivedere in carcere mio figlio”. Questa l’unica frase che Ethan Elder, il padre di Finnegan Lee Elder, il giovane americano che ha ucciso il vicebrigadiere Mario Cerciello Rega, ha pronunciato non appena arrivato all’aeroporto di Fiumicino. Ethan inoltre è apparso molto tranquillo.

Ieri invece c’è stato l’incontro tra Christian Gabriel Natale Hjorth e il padre, che prima ancora di scambiarsi qualunque parola si sono avvolti in un lungo e commovente abbraccio, poi la prima cosa che Gabriel dice al padre è: “Sono distrutto, sconvolto, papà io non ho fatto niente.

“L’incontro con Gabriel questa mattina al carcere di Regina Coeli è stato commovente ma molto duro per entrambi. Non si dà pace per quello che è successo”, afferma Fabrizio Natale, padre di Christian Gabriel Natale Hjorth arrestato per l’omicidio di Mario Rega, tramite il suo avvocato Francesco Petrelli. L’uomo ieri ha incontrato il figlio in carcere, insieme al legale che difende il ragazzo. Gabriel è un ragazzo normale, studia per diventare un architetto. E’ sconvolto per la morte del carabiniere e io come padre non posso che essere vicino al dolore della sua famiglia. Per quanto riguarda la vicenda del trattamento che ha subito al momento del suo arresto non voglio commentare, so che è stato aperto un fascicolo alla Procura di Roma per questi fatti e sono pertanto convinto che se ci sono responsabilità saranno accertate”, ha spiegato tramite il suo avvocato.

Non è stata fatta alcuna polemica per quella benda intorno agli occhi e le mani legate dietro la schiena. “Ho fiducia nella giustizia e nei pm italiani”, afferma Fabrizio Natale. L’immagine però sicuramente giocherà a favore del ragazzo per una strategia difensiva.

“Non mi do pace per quello che è successo – prosegue il padre di Christian – Siamo molto turbati per la situazione in cui si trova, ma siamo tutti pienamente convinti della sua innocenza“. Anche se convincere i magistrati che il giovane non fosse a conoscenza del fatto che l’amico aveva con sé un coltello con una lama di 18 centimetri, sarà molto difficile, ma Fabrizio insiste su questa questione: Gabriel non pensava assolutamente che potesse esserci uno scontro e non sapeva che il suo amico fosse armato. Di cosa fosse veramente accaduto lo ha appreso solo successivamente, al momento del suo arresto”.


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