Poliziotto napoletano ucciso, il papà: “Butto il cellulare, non squillerà mai più”


Pasquale Rotta al Corriere del Mezzogiorno: «Sentite? Continua a squillare, squillare. Ma io che me ne faccio di questo cellulare adesso? Era solo Pierluigi che mi chiamava, a lui mandavo le foto e i video della nostra città, del mare. Ora lo butto». 

Il profondo dolore di un padre, la rabbia sfogata contro quell’oggetto dal quale non potrà più sentire la voce del figlio che gli chiede “come stai?”. Due sere fa si mostra forte, o almeno ci prova, davanti alle parole agghiaccianti dei suoi colleghi. Si mostra marito forte con la moglie, padre forte con la figlia ma poi l’ex poliziotto Pasquale Rotta è crollato e ha guardato quel suo cellulare impietrito. Non comparirà più il nome di Pierluigi sullo schermo e quindi non ha più senso tenerlo.

Una storia di un padre poliziotto e un figlio che lo ammira, lo segue, fino ad indossare la sua stessa divisa. Ma una storia che ha il peggiore dei finali. Un padre che lo vede morire ucciso, e per lo più in Questura, la seconda casa di ogni poliziotto. Una storia che porta il padre, Pasquale Rotta , al silenzio, arrabbiato e profondo, per la perdita del figlio. Il silenzio che dura 200 km, tragitto da casa all’aeroporto di Roma. Silenzio durante il volo. Silenzio davanti al corpo senza vita del figlio, ucciso da un uomo che è riuscito a sfilargli la pistola dalla fondina e gli ha esploso contro, a bruciapelo, due proiettili.

Pasquale Rotta , dopo 30 anni di servizio, era da due anni andato in pensione decidendo di lasciare Pozzuoli per una villetta a Lago Patria per coltivare la sua passione per la pesca. E questa passione, cercava di condividerla come meglio poteva con il figlio lontano, a Trieste, mandandogli qualche video con il cellulare. Quel cellulare che non riesce più a tenere con se.

Non dimenticherà mai Pasquale di quando Pierluigi era stato «aggregato» temporaneamente nella città Flegrea perché aveva chiesto di stare accanto a suo padre, che fino all’anno scorso lottava contro un male difficile. Una famiglia di combattenti quella dei Rotta, lo dicono tutti in commissariato. «Che soddisfazione vederlo con la divisa, lo sognavo da sempre». Le parole che ripeteva a chiunque in commissariato. Infatti, sin da bambino Pasquale portava spesso Pierluigi in commissariato e alla questura di Napoli, perché in città era stato caposcorta di politici e magistrati.

Un uomo affidabile, concreto e onesto. Le stesse caratteristiche di Pierluigi per il quale, Pasquale Rotta, non era solo il padre, ma anche un maestro,un esempio, un eroe. Una storia che lo avrebbe visto nuovamente aggregato a Pozzuoli perché anche sua mamma aveva necessità di averlo accanto per motivi di salute. Ma questa storia non la conosceremo mai. Questa storia si è interrotta prima ancora di avere un lieto fine. Infatti, il giovane ragazzo si era anche da poco fidanzato, descrivendo la ragazza come l’amore della sua vita.

E invece la vita gli è stata tolta. Brutalmente. Senza ragione. Nel peggior modo possibile. 


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