Difendi la città contro Feltri e soci, Flavia Sorrentino: “Abbiamo già sporto diverse querele”


La pandemia sta tirando fuori il peggio del razzismo antimeridionale, mostrando il volto cattivo anche ai più scettici. Ci siamo accorti di quanto sia diffuso dai servizi televisivi, frasi e sorrisini, simili ai più beceri cori da stadio contro i napoletani, cucinati in salsa borghese da professionisti dell’informazione e presunti intellettuali.
L’elenco si fa lungo, l’ultimo in ordine di arrivo è quello dell’immancabile Vittorio Feltri, uno di quelli che dalle pagine di Libero da tempo scaglia mine, raccontando di un Sud parassita e antropologicamente arretrato.
Il Comune di Napoli decide di non stare a guardare e si attiva per capire se esistono gli estremi per un’azione legale: « Il caso Feltri è all’attenzione del capo dell’avvocatura penale del Comune, che ha ricevuto incarico di adottare le più idonee azioni legali». Lo spiega Flavia Sorrentino, responsabile dello Sportello Difendi La Città. «Siamo decisi a mettere in campo una forte campagna giudiziaria contro affermazioni ritenute, da noi e da un altissimo numero di cittadini, vergognose e ingiustificabili. Con lo Sportello Difendi la Città, del resto, abbiamo già sporto diverse querele. Da quella al quotidiano Libero per il titolo “piagnisteo napoletano” a quella ad Umberto Bossi per frasi diffamatorie sul Corriere della Sera. Ricordiamo inoltre che è stato avviato un procedimento nei confronti dell’imprenditore Gianluca Brambilla che definì in una trasmissione Rai i napoletani “antropologicamente incapaci di rispettare le regole.” I casi al vaglio della procura sono molteplici e seguono i tempi della giustizia, anche se bisogna tenere conto del fatto che non sempre ciò che offende la sensibilità pubblica è un reato».
Il servizio Difendi La Città è stato istituito dal sindaco De Magistris nella primavera del 2017 con il supporto di un osservatorio composto da venti persone tra giornalisti, giuristi, sociologi e cittadini impegnati nel sociale. In tre anni sono pervenute numerose segnalazioni. I risultati sono da ritenersi soddisfacenti: «Difendi la Città è la voce di tutti coloro che non vogliono sopportare in silenzio umiliazioni, luoghi comuni e pregiudizi. In più di un’occasione, grazie anche al nostro intervento, chi ha offeso Napoli e i suoi abitanti ha dovuto porgere scuse pubbliche. In alcuni casi poi ci sono state marce indietro importanti. Ad esempio – continua Flavia Sorrentino – l’ULSS di Verona che ha cancellato il modulo di consenso informato in cui si paragonavano gli effetti radioattivi di una Tac ad un mese di soggiorno a Napoli e il famoso sito Airbnb che ha rimosso, immediatamente, l’annuncio che proponeva una visita guidata nei “luoghi della camorra”. Si può dire che per la prima volta nella storia di Napoli, la sua immagine e la sua reputazione vengono tutelate attraverso un’attività istituzionale specifica».
L’esposizione mediatica di Napoli è forte e lo è ancor di più in queste settimane di pandemia da Covid-19. I media nazionali provano a ribaltare la realtà presentando una falsa narrazione, pregiudizievole e piena di generalizzazioni. I motivi spesso sono squisitamente economici. Il Nord dominante schiaccia il Sud dominato riducendolo all’eterno ruolo di subalterno. La perenne sperequazione tra i due poli deve proseguire a vantaggio degli interessi finanziari della area più ricca del Paese. Il continuo racconto distorto del Mezzogiorno serve in funzione di ciò, introiettando pregiudizi a volte anche negli stessi meridionali che si convincono di stare dalla parte sbagliata. Il classico sistema del colonizzatore a danno del colonizzato: «Il racconto stereotipato di Napoli contribuisce all’impoverimento economico della città e questo, senza dubbio, avvantaggia altre parti del Paese verso le quali diventa giustificato far confluire le risorse nazionali. Assistiamo ogni giorno al paradosso di uno Stato che destina, spesso a furor di popolo, le somme più ingenti nelle zone del Settentrione dove statisticamente si verifica la maggioranza dei casi conclamati di corruzione. Un vero e proprio gioco delle tre carte. Questo perché le televisioni e i giornali con il cuore e la testa al Centro-Nord offrono una lettura distante e distorta del territorio, radicando un pregiudizio che, in molti casi, ormai, è profondamente interiorizzato. La storia insegna che razzismo e supremazia economica camminano insieme, diventando uno alibi dell’altro»
Un primo passo per liberarsi dal pregiudizio è la consapevolezza di noi stessi. Napoli e tutto il Meridione possiede una fortuna inestimabile, una cultura impareggiabile figlia di diverse culture tra le più importanti annoverate dalla storia. Riscoprire le radici di un popolo può aiutare alla ricostruzione di una identità capace di rispondere alle accuse di chi oltre alla diffamazione non possiede argomenti autorevoli per sopraffare il Sud: «È scritto nel Manifesto di autonomia della città che ho elaborato: liberando i cittadini dal complesso di inferiorità in cui la parte deviata della classe dirigente nazionale li ha destinati. Come? Valorizzando le eccellenze e dimostrando che la discriminazione è la prima nemica della nostra emancipazione».


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