Intervista al dottor Ascierto: “Stiamo abbassando la guardia. Troppi in strada”


Il dottor Paolo Ascierto, coordinatore del gruppo di ricerca appena nato per l’emergenza Coronavirus che mette insieme Regione Campania, Azienda dei Colli, Cnr e Istituto dei Tumori di Napoli, è intervenuto in diretta telefonica alla trasmissione radiofonica “La Radiazza”, condotta da Gianni Simioli, accompagnato dal Consigliere Regionale dei Verdi Francesco Emilio Borrelli, per fare il punto della situazione Coronavirus in Campania.

I punti importanti del messaggio lanciato dal dottor Ascierto durante l’intervista: “Devo dire che in questo momento stiamo un po’ abbassando la guardia e non va bene questo perché ci sono dei numeri che ci stanno dicendo che l’infezione sta andando giù, a Napoli abbiamo avuto zero contagi, per quattro giorni consecutivi non ci sono stati morti.

“Questa mattina, però, ho visto molte persone in strada, ho visto traffico nel venire qui in Istituto e non va bene. Certo, c’è la necessità di ripartire però facciamolo in maniera intelligente, non siamo ancora fuori dalla fase 1. Facciamo attenzione a non vanificare i sacrifici che abbiamo fatto in queste settimane.

“Oggi c’è bel tempo e ci sono i primi segnali che l’infezione sta andando giù ma attenzione: sono solo segnali, i numeri di ieri e dell’altro ieri ci dicono che, comunque, il virus circola quindi facciamo attenzione. Facciamo attenzione, questo è il messaggio, continuiamo a mantenere alto il livello di allerta”.

Francesco Emilio Borrelli, durante l’intervista al professore, ha voluto ricordare della scoperta di due nuovi focolai, uno a Ischia e uno a Somma Vesuviana per sottoscrivere il fatto che l’emergenza non sia ancora finita nonostante i numeri del contagio e dei decessi siano in calo.

Un altro punto che il Consigliere Regionale dei Verdi ha voluto sottolineare, inoltre, riguarda il cosiddetto “Modello Campano”: a livello internazionale si è parlato molto bene della gestione dell’emergenza Coronavirus nella nostra regione ma, a quanto pare, sembra essere molto difficile lo stesso sguardo a livello nazionale.

Allora come mai il dottor Ascierto sembrerebbe essere diventato un’icona prima all’estero e poi in Italia? La risposta del diretto interessato: “A noi non interessano le polemiche. Io cerco sempre di sdrammatizzare e di spegnerle perché non portano a niente e noi siamo per la politica dei fatti.

“All’indomani del 7 febbraio, la prima persona che ho sentito è stato il dottor Giordano Beretta, presidente dell’AIOM (Associazione Italiana di Oncologia Medica), ed è di Bergamo: questo per dirvi di come poi, alla fine, c’è molta collaborazione tra di noi.

“Devo dire che noi facciamo tanto lavoro all’estero. Il Pascale, attraverso alcuni di noi, è molto riconosciuto all’estero per le ricerche che facciamo sull’oncologia. Essere molto proiettati all’estero fa sì che all’interno si perdano anche dei contatti ma questo non ha nulla a che vedere con delle volontà.

“I numeri ci dicono che siamo stati capaci di contenere l’infezione. In Campania sono nate delle proposte di cura in un momento in cui nessuno faceva delle proposte. C’è stato il “Modello Cotugno” come ospedale con zero contagi dove c’erano delle procedure standard che cercavano di minimizzare i contagi all’interno. È ovvio che, in un momento di sofferenza, questo sia stato apprezzato come un modello da seguire”.

Si è, inoltre, parlato del vaccino: “I tempi tecnici per un vaccino sono lunghi. In questo momento ci sono quasi una trentina di aziende che ci stanno lavorando. Alcune sono in una fase un po’ più avanzata perché avevano già lavorato al vaccino della Sars e della Mers, virus molto simili e quindi hanno potuto saltare degli step e sperimentare già il vaccino sull’uomo mentre la maggior parte ancora sull’animale.

“Queste sperimentazioni sono lunghe perché si deve dimostrare che, per prima cosa, questi vaccini siano in grado di far produrre degli anticorpi realmente protettivi. Ci possono essere degli anticorpi che, addirittura, possono fare peggio. Poi bisogna verificare che tutto quello visto sugli animali sia vero anche per l’uomo e, soprattutto, che non ci siano effetti collaterali.

“Tutto questo richiede tempo. Io sono sicuro che avremo un vaccino. Il problema è che lo avremo l’anno prossimo, probabilmente. Nel frattempo, quello che ci può aiutare, da un lato sono i farmaci che noi utilizziamo tipo il Tocilizumab o altri farmaci che stiamo sperimentando. Dall’altro lato, ci auguriamo che arrivi quanto prima anche un antivirale importante.

“Per ora l’unica strategia, che proprio in Campania ha funzionato, è l’isolamento contenitivo. Di questo dobbiamo tenere conto perché nei prossimi mesi dovremo convivere col virus e l’unico modo è contenere l’infezione fin quando non arriverà un vaccino”.

Qual è, quindi, la prospettiva per i prossimi mesi: fin quando i contagi zero non si protrarranno per almeno sette o dieci giorni, non si potrà dire che il virus circola meno e che quindi possiamo essere molto più ottimisti. “Io, ottimista, lo sono già adesso e dico che ne usciremo ma non abbassiamo la guardia” ha concluso il dottor Ascierto.

Alla fine dell’intervista, si smorzano un po’ i toni: come sta vivendo questa “popolarità” data dal suo importante contributo medico il dottor Ascierto? Il dottore ha raccontato il fatto che, quando spesso si è trovato a cena con i suoi amici Gigi e Ross, le persone chiedono selfie al duo e la cosa l’ha sempre fatto ridere. Ora sta succedendo anche a lui che, per mestiere, fa tutt’altro e si sente in imbarazzo per quanto possa fargli, ovviamente, piacere.

Alcuni, però, sono preoccupati dal fatto che il dottore, concentrato al massimo per l’emergenza Covid, si dimentichi del suo lavoro in oncologia. Ascierto ha tranquillizzato tutti affermando che il suo giovanissimo team di oncologi, al momento, sta lavorando anche il doppio del solito.

Il video integrale dell’intervista al dottor Ascierto:


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