Bonaccini: “Il Nord deve ripartire”. De Luca e il Sud rimangono con la bocca cucita


Chi si aspettava un lanciafiamme verbale da parte di De Luca o dei suoi colleghi che governano le regioni meridionali è rimasto deluso. Ma in fondo c’era da aspettarlo. Perché quando è necessario alzare gli scudi e contrattaccare per perorare la causa del Sud, improvvisamente la dialettica muscolare scompare. Si rimane in silenzio subendo passivamente le predatorie rivendicazioni della classe dirigente settentrionale.

Questa volta a guidare il carrozzone del “Prima il Nord” non è Salvini o Zaia, non un leghista per intenderci. Bensì Stefano Bonaccini, governatore dell’Emilia Romagna del PD. In una intervista al quotidiano La Stampa dice a chiare lettere che il governo deve pensare al Nord, alla cosiddetta locomotiva del Paese. Il Sud può aspettare e rimanere a guardare. Come sempre del resto.

“Oggi il Pd deve avere una chiara identità riformista, rappresentando ancor di più le istanze del Nord del Paese. Io non ho dubbi che senza il Mezzogiorno questo è un Paese senza un grande futuro. Però in questo momento drammatico, la parte del Paese che produce più della metà del Pil, ha bisogno di ripartire subito”.

Bonaccini al pari dei suoi colleghi settentrionali tira l’acqua al suo mulino e spinge per incamerare altre risorse che non devono trasferirsi nelle regioni d’Italia dove persiste un elevato tasso di disoccupazione, mancanza storica di infrastrutture e perenne stato di abbandono e povertà.

Cosa avrebbe dovuto dire di più per attendersi una reazione da parte dei governatori meridionali? Forse ci si dimentica che la pandemia ha provocato più danni economici al Sud, già con una struttura produttiva più carente. Nonostante il virus abbia solo sfiorato le regioni della Bassa Italia. Dalla Campania a scendere, si è atteso fin troppo tempo il Nord “virtuoso” prima di riaprire. E adesso le istanze padane appaiono più rilevanti rispetto ad una questione meridionale che nessuno ha voglia di risolvere. Bonaccini e i suoi arcieri dimenticano che senza il sud colonia, il mercato delle imprese settentrionali sarebbe decisamente più povero.

Ma ognuno fa i suoi interessi. Bonaccini fa quelli dell’Emilia Romagna che ha fretta di ripartire, mentre le istituzioni meridionali incassano senza fiatare. Non prodigandosi a fare profitto per il Sud. Sarebbe necessario, invece, rispondere a tali richieste battendo i pugni sul tavolo. E ripetersi ogni qual volta esistono motivi di sperequazione economica tra il Mezzogiorno e il resto del Paese.


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