Vaccini, scuole e disoccupazione dilagante: ma il problema per i politici è il rimpasto o far cadere Conte


A quasi un anno dalle prime chiusure causate dal covid-19, il nostro Paese si trova a dover fronteggiare una crisi di governo. Il pd, con Matteo Renzi che dopo un silenzio di mesi è tornato nuovamente a guidare simbolicamente il partito, chiede a gran voce un rimpasto. Tutto gira intorno al potere e alle poltrone: o Conte decide di rimuovere determinate persone a capo di Ministeri e metterne altre più vicine a Renzi, o la minaccia di togliere la maggioranza al governo potrebbe diventare presto realtà. Le ministre del partito democratico, Elena Bonetti e Teresa Bellanova, potrebbero quindi votare contro Conte.

Renzi inoltre può contare anche sui ‘rivali storici’ del premier, i leader della destra Matteo Salvini e Giorgia Meloni. E così tra i nomi caldi per il rimpasto rispuntano quelli di Maria Elena Boschi e Mario Draghi. Un Conte-ter che però nascerebbe in piena emergenza covid con l’Italia che si trova a dover fronteggiare problemi molto più seri.

VACCINO – Uno su tutti è il piano vaccini. Ogni regione ha ricevuto le dosi ma la somministrazione procede a rilento come denunciato dai virologhi e da Burioni che ha citato l’esempio di Napoli del ’73:

“Nel 1973, a seguito di un’epidemia di colera, nella sola Napoli in una settimana furono vaccinati un milione di pazienti. Un milione in una settimana nel 1973 in una sola città. Non dite che non si può fare, perché è una bugia. Nessun ritardo”.

SCUOLA – Vaccinare tutta la popolazione dovrebbe essere un problema prioritario per il governo. Come dovrebbe essere prioritario capire cosa accadrà agli studenti delle scuole e agli universitari. Con il dpcm approvato questa notte, la riapertura è slittata all’11 gennaio ma ogni regione sta decidendo in autonomia cosa fare. Un caos senza precedenti, con l’istruzione dei più piccoli che sta subendo forti ritardi.

DISOCCUPAZIONE– La cassa integrazione e il blocco dei licenziamenti che scadrà a fine marzo dovrebbero essere un pensiero fisso del governo. La povertà, a seguito delle continue restrizioni, è aumentata in tutta Italia e poco è stato fatto a livello di ristori e contributi. A essere penalizzati ancora una volta sono i giovani.


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