Napoli-Bari, entro luglio cantieri operativi. De Luca: “6 mila posti di lavoro e riduzione del Gap col Nord”


E’ stato presentato questa mattina al Palazzo della Regione Campania il progetto della linea Napoli-Bari. Un piano che prevede un investimento di 6 miliardi di euro e circa 5 mila posti di lavoro in più. Un ‘vero miracolo’ secondo il governatore Vincenzo De Luca, utile per ridurre il gap della mobilità tra Mezzogiorno e il Nord.

Queste le parole del governatore De Luca:

I progetti che illustriamo segnano un passaggio di fase nel nostro paese dopo un anno e mezzo di blocco generalizzato, l’Italia riparte sulla base di dotazioni finanziare rilevanti registrando oggi una nuova sensibilità rispetto alla cultura del fare. Ma dobbiamo registrare qualche preoccupazione sulla nostra capacità realizzativa. La Campania è interessata dalla Napoli-Bari (siamo più avanti) e la Salerno-Reggio Calabria (ancora dobbiamo partire con l’attività di progettazione). Dobbiamo guardare oltre il piano di rilancio del nostro Paese, abbiamo la necessità di interventi strutturali in Italia che riguardano ferrovie, strade, idrogeologico, ambiente. Il Mezzogiorno deve recuperare più di tutte il ritardo. Abbiamo aperto un contenzioso con i livelli nazionali in relazione con la percentuale di risorse che arrivavano al Sud e ancora oggi non ci sentiamo tranquilli, non abbiamo certezze. Sono opere decisive per funzioni e mobilità, recuperiamo un gap infrastrutturale che pesa sull’economia. Inoltre ci saranno circa 5-6 mila posti di lavoro, non è una piccola cosa. Siamo riusciti a fare un miracolo, ottenere il consenso dei territori e dell’amministrazione locale.

Il diavolo si nasconde nei dettagli, in Italia i dettagli sono la palude burocratica e amministrativa. Rimangono problemi relativi alle sovrintendenze e carenza di personale nelle pa. Abbiamo formalizzato una proposta di legge offerta al Parlamento di rinnovo del codice degli appalti. Problemi gli abbiamo anche nelle procedure espropriative che possono rallentare i lavori. Ma quest’opera è un’occasione straordinaria per avviare attività di formazione a far partire corsi legati alla domanda di figure professionali utili per la realizzazione delle tratte. Siamo disponibili a far partire nuovi ts, pagati dalla regione, sia nel campo tecnico sia legati alla sicurezza sui cantieri. Possiamo creare futuro e lavoro“.

Come spiegato da Roberto Pagone, dirigente gruppo Ferrovia dello Stato e nuovo Commissario della Napoli-Bari, sono oltre 1200 imprese coinvolte:

Sono 5 anni che sto lavorando per questa tratta. E’ l’investimento più avanzato a livello nazionale, contiamo entro fine giugno, inizio luglio di consegnare le prestazioni degli ultimi due lotti. Entro fine anno, inizio del prossimo, avremo tutti i cantieri su tutti i lotti finanziati aperti e operativi. In tutto su questa tratta ci sono dieci lotti, inserisco dentro anche la stazione di Afragola, snodo fondamentale tra la Napoli-Bari e la linea Roma-Bari-Salerno-Reggio Calabria. L’occupazione prevista su tutti i lotti, tra diretti e indotto, sono tra i 5 mila e i 6 mila occupati. E’ un’opera avanzata, fiore all’occhiello dell’ingegneria italiana. Gli interventi non si fermano a Bari ma continuano fino a Foggia. Stiamo potenziando la prima infrastrutturale nazionale che costituisce l’ossatura portante di tutti quelli che interagiscono con la Napoli-Bari come la Potenza-Foggia. La Campania e la Puglia sono la dimostrazione che quando c’è la sintonia piena, tutto funziona“.

Poi prende la parola il Dottor Pietro Salini, amministratore delegato gruppo Webuild:

Lavoriamo nel mondo, abbiamo fatto alcune opere iconiche come il canale di Panama, quasi tutta la rete di alta velocità in Italia. Fare opere pubbliche significa migliorare la vita della gente. Questa area del paese ha un reddito procapite molto inferiore rispetto alla media nazionale, quasi la metà. Non c’è nessun ragione se non la carenza di infrastrutture e la mancanza di un piano. Vogliamo cambiare le cose e dare a questa parte di paese un po’ di speranza. Lanciamo un progetto per 100 giovani ingegneri del Sud per dargli un lavoro e farli lavorare in tutto il mondo e a casa loro. Io spero che il nostro paese lanci un piano per il futuro che possa essere il Pnr una parte, non il tutto. Questo è lo spirito in cui siamo riusciti a fare il Ponte di Genova, sono la voglia di fare tutti i giorni”.


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