Covid, Ricciardi: “Se non avremo molti vaccinati la pandemia durerà fino al 2024”


Continua l’emergenza covid in Italia e, come annunciato da Walter Ricciardi, consigliere del Ministro della Salute, Roberto Speranza, tale situazione, in mancanza di un elevato numero di vaccinati, potrebbe protrarsi fino al 2024.

Covid, Ricciardi: “Senza abbastanza vaccinati l’emergenza durerà fino al 2024”

La campagna vaccinale prosegue senza sosta grazie all’impegno delle Asl che, anche in piena estate, continuano a promuovere diverse iniziative per convincere coloro che non hanno ancora completato la somministrazione. Resta, tuttavia, una parte di popolazione, seppur limitata, che sembra non essere ancora intenzionata ad effettuare la vaccinazione. Ciò anche a causa delle comunicazioni discordanti talvolta diffuse, come più volte ribadito dal Presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca.

Di qui l’intervento del consigliere del Ministro Speranza, Walter Ricciardi, che, all’Adnkronos Salute, ha rivelato: “Questa pandemia è destinata a durare anni. Se noi vacciniamo molto abbiamo la possibilità di vedere la luce nel 2022. Se, invece, non vacciniamo abbastanza questa situazione andrà avanti fino al 2024. E’ pensabile vivere così fino a quella data? No, perché oltre a conseguenze dal punto di vista della saluta ci saranno anche ricadute sull’economia”.

Il Governo, intanto, sta discutendo della possibilità di prorogare la validità del Green Pass, estendendone l’utilizzo fino ad un anno dall’avvenuta somministrazione della seconda dose di vaccino. A tal proposito Walter Ricciardi ha spiegato: “Abbiamo constatato che la protezione data dalla vaccinazione dura più dei sei mesi inizialmente osservati, arrivando ai 9 e anche ai 12 mesi. E’ chiaro che è opportuno prendere in considerazione il prolungamento della validità del Green Pass”.

Una decisione che sembrerebbe andare di pari passo con l’avvio della campagna dedicata alle terze dosi: “L’estensione del Green Pass non vuol dire che non dobbiamo prevedere una dose di richiamo prima per le persone più fragili. I due interventi non sono in contraddizione tra di loro ma sono da considerarsi sinergici”.


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