Presunto voto di scambio a Torre del Greco, molte segnalazioni ma nessuno denuncia: “30 euro a preferenza”

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Si sono rincorse lungo entrambe le giornate elettorali a Torre del Greco indiscrezioni e segnalazioni su probabili comportamenti illeciti per mettere in atto tentativi di voto di scambio che avrebbero potuto inquinare le elezioni comunali 2023, come già accaduto nel 2018.

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Voto di scambio a Torre del Greco, tante voci ma (quasi) nessuna denuncia

Al momento si tratta di segnalazioni senza alcun riscontro probatorio, ma quando una “voce di popolo” si rincorre in maniera così insistente e da più parti non si può evitare di prendere in seria considerazione. Le voci sul voto di scambio a Torre del Greco hanno animato le ultime ore della campagna elettorale, con l’intervista rilasciata dall’On. Arturo Scotto a La Repubblica: il deputato di Articolo Uno ha segnalato di aver appreso “un sistema sofisticato di danaro” per acquisire preferenze ed inquinare il voto.

Secondo quanto denunciato da Scotto – che ha già messo in moto la Procura della Repubblica – alcuni cittadini del centro storico di Torre del Greco, in particolare Corso Umberto I, sarebbero stati avvicinati da broker che propongono 30 euro per ciascuna preferenza pilotata. Gli intermediari sarebbero retribuiti con un “gettone” da 50 euro ogni quattro voti portati illegalmente ai propri referenti. Ad avvantaggiarsi di tale pratica sarebbero, sempre secondo quanto dichiarato da Scotto a Repubblica, candidati consiglieri dello schieramento di centrodestra.

La risposta di Forza Italia: le accuse di voto di scambio sono solo diffamazione

Le dichiarazioni hanno suscitato l’irritata risposta di Annarita Patriarca, deputata di Forza Italia e commissario provinciale del partito. Come si apprende da Metropolis, infatti, Patriarca interviene a difesa della sua parte politica contro le accuse di Scotto, parlando di “Un tentativo inaccettabile, nel giorno del silenzio elettorale, di condizionare il voto sostituendo alla proposta e alla dialettica politica l’arma spuntata della calunnia e della diffamazione“.

Tante segnalazioni da cittadini e candidati, senza nomi né denunce: regna l’omertà

Oltre la denuncia di Scotto, però, tutte le altre voci che in città passano di bocca in bocca non sono corroborate da prove né hanno portato ad alcun esposto formale alle forze dell’ordine. Alcuni cittadini hanno confermato di aver ricevuto proposte sottobanco che offrivano 30, anche 35 euro in cambio del voto. Durante la giornata di domenica 14 maggio si sono poi susseguite le segnalazioni in merito a comportamenti sospetti.

Nei pressi della scuola Giampietro Romano di Via Nazionale, un candidato consigliere segnala di aver avvistato altri candidati scambiare materiale nei pressi dell’istituto con alcuni cittadini che si recavano alle urne. Un rappresentante di lista ha segnalato la strana “tranquillità” nei pressi dell’IPAM di via Colombo, teatro nel 2018 del “vile mercimonio” delle preferenze: suggerendo però – per quanto appreso lì sul posto – di tenere d’occhio i comitati elettorali, probabili luoghi più tranquilli per gli scambi. La zona è stata riportata al centro dell’attenzione con la segnalazione di movimenti di gruppi dei “soliti personaggi” in via Principal Marina.

Un cittadino ha poi segnalato con una concitata diretta sui social la presenza presso gli uffici elettorali ai Mulini Marzoli di alcuni soggetti. Stando alla testimonianza, questi “sembrano gli stessi che erano nel 2018 fuori alle scuole” ed entravano dal retro, senza rispettare la fila, per “rinnovare malloppi di tessere elettorali per conto terzi non avendo le deleghe”. Lo scopo sarebbe quello di condizionare psicologicamente al voto per qualche specifico candidato consigliere gli intestatari di quelle tessere.

Tante le segnalazioni dal centro, dove nella frequentatissima Piazza Luigi Palomba sarebbero stati scambiati fac-simile con promessa di successivo pagamento martedì, ad urne chiuse quando i controlli e gli occhi indiscreti in giro saranno molti di meno; ed anche in periferia, dove un cittadino avrebbe visto un candidato consigliere comunale “sbirciare” sul cellulare di una cittadina che aveva appena votato, all’esterno della scuola Angioletti di via Giovanni XXIII. Nel mentre, maneggiava alcune tessere elettorali.

Aumentano i controlli, migliorano le strategie di chi tenta il voto di scambio: e l’affluenza va a picco

I rappresentanti di lista però confermano che i controlli sono aumentati rispetto alle passate tornate elettorali. Ciò che lamentano, invece, è il mancato invito da parte dei presidenti dei seggi a lasciare il cellulare fuori dalla cabina: “Non possono certo perquisire gli elettori, ma già ricordare loro che è vietato entrare a votare con il cellulare, sarebbe un deterrente. Invece quasi nessuno lo fa“.

Le continue segnalazioni non fanno che aumentare l’endemica sfiducia dei cittadini nei confronti della politica e del momento elettorale in particolare. Infatti, l’affluenza di voto a Torre del Greco ha raggiunto appena il 59,17%. Una situazione che non fa che dare ancora più valore ai voti inquinati: infatti, un’affluenza elevata renderebbe probabilmente ininfluenti le preferenze che, stando alle segnalazioni ricevute, alcuni candidati starebbero muovendo con metodi criminosi. La bassa affluenza, invece, rende questi voti molto pesanti in termini percentuali, e quindi più determinanti. Una condizione che ha portato molti candidati, sia sindaci che consiglieri, ad un invito al voto “last minute” sui canali social per evitare che anche quest’anno, a Torre del Greco, il risultato elettorale possa rivelarsi nebuloso e infangato da chi vende il proprio diritto-dovere di cittadino.


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