Lutto nazionale per Berlusconi e le catastrofi al Nord: no per i morti di Ischia e del Sud

Volontari al lavoro per la frana di Ischia


Si sono svolti ieri i funerali di Stato di Silvio Berlusconi accompagnati da una giornata di lutto nazionale che ha scatenato non poche polemiche evidenziando, forse, anche questa volta quel divario tra Nord e Sud che tende ad essere sempre più rimarcato.

Un lutto nazionale riconosciuto all’ex Premier ma non ai grandi meridionali che hanno sacrificato la loro vita per combattere la mafia, Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Una giornata di commemorazione generale che è stata giustamente indetta per le vittime del terremoto e poi dell’alluvione che hanno devastato l’Emilia Romagna, ma non per le giovani vite stroncate dalla frana di Ischia.

Per Berlusconi lutto nazionale: no per Falcone e Borsellino né per le vittime di Ischia

Se molti hanno sentitamente partecipato al lutto proclamato per la morte del leader di Forza Italia, non pochi si sono schierati contro l’iniziativa: quello stesso Stato che lo aveva condannato per appropriazione indebita, frode fiscale e falso in bilancio nel processo Mediaset, nella giornata di ieri gli ha reso l’omaggio più importante.

I funerali di Stato spettano di diritto a chi, nel corso della sua vita, ha rivestito il ruolo di presidente del Consiglio o altre cariche politiche importanti, ma il lutto nazionale viene proclamato a discrezione del Governo non solo per le morti di personaggi illustri ma anche in caso di catastrofi naturali e altri eventi luttuosi che colpiscono particolarmente la coscienza comune.

A ridosso della scomparsa di Berlusconi non si può fare a meno, tuttavia, di notare alcune incoerenze che hanno fatto storcere il naso soprattutto ai meridionali. Innanzitutto è la prima volta che il lutto nazionale viene riconosciuto per la morte di un ex Premier ma soprattutto non hanno ricevuto lo stesso trattamento alcune delle più importanti personalità che hanno combattuto con tutte le loro forze per il bene del Paese, morendo per mano di quella stessa criminalità che tentavano di sradicare a tutti i costi.

Parliamo, ad esempio, di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, grandi nomi che non hanno bisogno di presentazioni e che hanno perso la vita tragicamente, nella loro Sicilia, semplicemente per aver svolto in maniera eccellente il loro lavoro, sacrificando la loro vita per porsi al servizio dello Stato. Quello stesso Stato che, tuttavia, non ha dedicato loro lo stesso omaggio riservato a Berlusconi.

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Non da meno le incoerenze emerse dal punto di vista delle calamità naturali. Il lutto nazionale è stato riconosciuto sia per le 28 vittime del terremoto avvenuto in Emilia Romagna nel 2012, sia per il recente alluvione dello scorso maggio dal tragico bilancio di 15 morti.

Un’iniziativa del tutto giusta e dovuta ma che, per motivi sconosciuti, non è stata contemplata per la simile catastrofe che ha scosso il Sud. La notte del 26 novembre 2022 una disastrosa frana si è abbattuta sull’isola di Ischia trascinando via le abitazioni, le vite e i sogni di ben 12 persone: tra loro tre bambini e un neonato di soli 20 giorni.

Non solo le vite spezzate dell’isola partenopea non hanno ricevuto la giornata di commemorazione nazionale: mentre si scavava nel fango per ritrovare i corpi dei giovani e dei bambini dispersi, parte del nostro Paese incitava il “se la sono cercata”, parlando con disprezzo di presunte pratiche di abusivismo, divenute oggetto principale di discussione nei principali salotti televisivi, non mostrando un minimo di rispetto nemmeno nel più tragico dei momenti. Anzi la disperazione e il pianto di quei genitori, in attesa di poter rivedere i loro figli pur senza vita, sono passati in televisione come “lacrime di coccodrillo”.


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