Napoli. Donna incatenata in casa per anni: stuprata e picchiata ripetutamente


Napoli – Si è concluso, finalmente, l’incubo di una donna che per anni è stata segregata in casa dal suo uomo. Tutto è iniziato nel 2013, quando la vittima arrivò in Italia dall’Ucraina con la speranza di una vita migliore rispetto alla miseria del suo paese. Di queste speranze approfittò un uomo napoletano, L.R., che la illuse col solo scopo di approfittarne e guadagnarsi una schiava.

In poco tempo la donna si trovò segregata nella casa dell’uomo sotto minaccia di morte e costretta a soddisfare tutte le sue richieste. Il napoletano si ubriacava quotidianamente e, in questo stato, la violentava ripetutamente, la picchiava e la umiliava. Arrivò persino a lasciarla incatenata ad una ringhiera del soppalco impedendole, persino, di andare al bagno. Dopo un anno, sottraendole preventivamente il passaporto per evitare fughe, la costrinse a chiedere l’elemosina per le strade, sfruttando questi pochi guadagni per comprare bottiglie e continuare a sbronzarsi.

A far cessare questa prigionia fu proprio l’eccessiva violenza dell’aguzzino. Nel 2015, in un momento d’ira, l’uomo prese a calci in faccia la sua prigioniera così forte da rendere necessario un ricovero d’urgenza all’ospedale. La situazione venne alla luce e le Forze dell’Ordine arrestarono il criminale. La vittima si rese irreperibile per alcuni giorni, temendo ripercussioni da parte dell’uomo o dei suoi familiari, ma, rintracciata dagli agenti, è stata condotta in un posto sicuro e segreto. Oggi si è concluso il processo in primo grado per L.R.: il giudice del Tribunale di Napoli ha condannato l’uomo ad otto anni di carcere per violenze, violenze sessuali e sequestro di persone.


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