Benzina, il prezzo è aumentato. Assoutenti: “Rincari ingiustificati, è speculazione”


Il prezzo dei carburanti, nell’ultima settimana, ha registrato nuovi aumenti spingendo Assoutenti a chiedere la proroga del taglio delle accise per evitare ulteriori stangate a partire da maggio.

Prezzo carburanti, nuovi aumenti: l’appello di Assoutenti

Commentando i nuovi dati Mite, che registrano rialzi sia per la benzina che per il gasolio, Assoutenti denuncia: “I rialzi dei listini dei carburanti registrati nell’ultima settimana sono da attribuire alle solite speculazioni legate alle partenze degli italiani che si uniscono alle ben note manovre speculative sui mercati internazionali”.

“Ancora una volta i prezzi alla pompa dei carburanti salgono in occasione delle partenze degli italiani. Tra Pasqua e il ponte del 25 aprile benzina e gasolio hanno registrato nuovi rincari, del tutto ingiustificati considerate le quotazioni del petrolio” – ha sottolineato il presidente Furio Truzzi.

Stando ai dati diffusi dal Mite, nel periodo compreso tra il 18 e il 24 aprile, la media nazionale della benzina in modalità self si è attesta a 1,766 euro al litro, in aumento dello 0,51%, pari a +0,9 centesimi. Per il gasolio il rialzo si aggira intorno all’1% (pari a 1,67 centesimi). Il prezzo del diesel è in media di 1,767 euro al litro.

“E’ necessario contrastare in modo più incisivo le speculazioni sui mercati dei carburanti e prorogare il taglio delle accise di 25 centesimi almeno fino al 30 giugno. Una proroga che consentirebbe risparmi complessivi per circa 2,7 miliardi di euro alle famiglie italiane solo per i costi di rifornimento, con effetti positivi sui prezzi dei prodotti trasportati e quindi sull’inflazione” – ha continuato il presidente Truzzi.

Ha concluso sottolineando il possibile ulteriore incremento dei prezzi: “Il rischio concreto è che senza una proroga dell’intervento sulle accise, i prezzi di benzina e gasolio possano di nuovo schizzare alle stelle a partire dal prossimo 2 maggio, con effetti dirompenti sull’economia nazionale”.

Intanto anche il prezzo del gas è schizzato del 16% dopo l’interruzione delle forniture, da parte della Russia, alla Polonia e alla Bulgaria. Gazprom ha infatti annunciato di aver sospeso completamente l’invio dei flussi alle due nazioni che non hanno effettuato il pagamento in rubli.


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