La Lega Nord via da Napoli: confermata l’esclusione alle elezioni con altre 2 liste di Maresca


Il Consiglio di Stato ha rigettato l’appello delle liste Prima Napoli (espressione della Lega Nord), Catello Maresca Sindaco e Movimento Quattro Zampe Partito Animalista, confermando dunque la decisione del Tar che le aveva escluse a causa di gravi vizi formali.

Molto gravi le mancanze rilevate in sede di presentazione delle liste. Per quanto riguarda la lista Catello Maresca Sindaco il Consiglio di Stato ha sottolineato: “Risultano gravi carenze tali da inficiare la certezza delle situazioni giuridiche e della stessa volontà degli elettori alla base del procedimento elettorale di presentazione delle liste, esigenza di certezza cui non può essere opposto il favor partecipationis allegato da parte appellante”.

Circa il Partito Animalista, invece, la mancanza riguardava addirittura l’atto principale, un vizio assolutamente non sanabile. “È decisivo – scrivono i giudici – che non sia stato prodotto l’atto principale, recante la manifestazione di volontà diretta alla presentazione della lista e, soprattutto, i nominativi dei (due) delegati di lista, atteso che la preventiva indicazione di tali soggetti è richiesta dalla legge (art. 32 del d.P.R. n. 570/1960) come condizione necessaria per la regolare partecipazione della lista alla competizione elettorale, in virtù dei poteri dispositivi conferiti ai medesimi in ordine alla collocazione della lista all’interno di un determinato schieramento per l’elezione del Sindaco (art. 72 del d.lgs. n. 267/.2000) e in merito alla designazione dei rappresentanti di lista presso ogni seggio”.

Circa Prima Napoli (Lega Nord) è stata invece riscontrata la “mancata indicazione del contrassegno della lista nel relativo modulo”.

Catello Maresca nei giorni scorsi aveva paradossalmente attaccato i giudici (suoi colleghi), parlando di “Una scandalosa decisione politica che sancisce la morte della democrazia: la forma non può vincere sulla sostanza”. In realtà, come si legge nelle motivazioni del Consiglio di Stato, si è trattato di mancanze che influiscono seriamente in modo sostanziale. Errori così gravi che non si potevano tralasciare, anche per un principio di giustizia verso chi ha fatto tutto per bene.


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