‘A cacciata: così si festeggia l’onomastico a Napoli


Napoli – Ogni festa a Napoli, dalla più semplice fino ad arrivare alle “feste comandate” come Natale e Pasqua, si celebra come si deve… forse anche più del dovuto. L’onomastico, ad esempio, viene spesso festeggiato al pari di un compleanno ed, in alcune famiglie, anche di più. Una particolarità tutta meridionale dal momento che in altre regioni d’Italia nemmeno si festeggia e, quando accade, il più delle volte è perché la famiglia è originaria del Sud.

I motivi di questo interesse forte per gli onomastici sono svariati. Il primo è senza dubbio il forte attaccamento religioso che permea la nostra tradizione: si celebra il santo e, di conseguenza, il familiare che porta il suo nome. Se vogliamo, l’onomastico ha un collegamento con la fede che il compleanno non ha e questo, in molte famiglie, lo rende più degno di nota.

Altro motivo è l’usanza di tramandare il nome del padre ai figli, anche questa una tradizione prevalentemente radicata al Sud. Questo scatena un effetto a catena per cui, nelle famiglie più numerose, si vengano a trovare parecchi membri, cugini, nonni, zii, con lo stesso nome. L’onomastico è quindi l’occasione ideale per festeggiare tutti insieme il concetto stesso di famiglia.

Infine, c’è una ragione più utilitaristica. I santi del giorno possono essere visti su molti calendari, i compleanni vanno ricordati. Chiunque, notando su calendario o su internet il santo del giorno, ha il pensiero di telefonare la persona con lo stesso nome per fargli gli auguri o, addirittura, andare a farle visita.

Così capita che il festeggiato, volente o nolente, si trovi a casa frotte di parenti. In tal caso cosa si fa? Si lasciano a bocca asciutta? Per questo motivo avviene la “cacciata”. Si chiama così perché era usanza antica conservare dolciumi, come cioccolatini e biscotti, da poter “cacciare” fuori in occasioni del genere, che fosse un onomastico o una qualunque motivo di festa sopraggiunto.

Oggi si tende a comprare un vassoio di dolci presupponendo che arriverà comunque qualcuno. Anche nei tempi moderni, dove la tradizione va via via assottigliandosi, è praticamente impossibile entrare in una casa napoletana dove si celebra un onomastico e non trovare almeno qualche pasta e qualche familiare accorso per festeggiare.


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