Così muore la cultura a Napoli, uno store cinese al posto del cinema Arcobaleno


Chiude il cinema Arcobaleno

Il covid in poco più di un anno ha fatto molte vittime. Tra queste anche molte attività, che hanno dovuto abbassare le saracinesche perchè vessate dalla crisi.

Uno dei settori che ha pagato di più è stato quello della cultura: cinema, teatri, operatori dello spettacolo. Tutti fermi a causa della pandemia. Tra questi c’è il cinema Arcobaleno del Vomero, un pezzo di storia di Napoli che scompare.

Cala il sipario su una delle sale più antiche della città, che inaugurata negli anni Cinquanta, ha visto il susseguirsi di generazioni di napoletani. Un giorno triste per la cultura partenopea, perché presto al suo posto ci sarà un market cinese.

La denuncia

Paghiamo l’assenza di apposite norme salva-cinema– ha detto Gennaro Capodanno, presidente del Comitato Valori collinari, già presidente della Circoscrizione Vomero – Oggi è un giorno triste per i cinefili partenopei ma anche per tutti quei vomeresi che, in oltre sessant’anni di vita, hanno avuto occasione di trascorrere in quelle sale tante bellissime ore. Stamani sono iniziati i lavori nei locali del cinema Arcobaleno in via Consalvo Carelli che, abbandonata la sua destinazione storica, a breve, stando a quando si è potuto apprendere sui luoghi, vedrà nascere al suo posto un centro commerciale cinese “.

Il cinema Arcobaleno – ricorda Capodanno – nacque alla fine degli anni cinquanta con il nome Stadio a ragione della vicinanza con lo stadio Collana che all’epoca ospitava le partite del Napoli. Successivamente, con il boom delle sale cinematografiche, agli inizi degli anni novanta, si ebbe la trasformazione con la nascita della multisala, con quattro sale e un’offerta variegata che comprendeva anche film d’autore e blockbuster “.

Purtroppo – aggiunge Capodanno – su otto sale cinematografiche presenti solo nell’ambito del quartiere Vomero, un territorio di poco più di due chilometri quadrati d’estensione, che alla metà del secolo scorso vantava la più alta concentrazione di questo tipo di strutture, già negli anni trascorsi ne avevano chiuso cinque, l’Ideal in via Scarlatti, dove attualmente è ubicato un megastore, l’Ariston in via Morghen, sostituito da una banca, il Colibrì in via de Mura, sostituito da un club fitness, il Bernini, sostituito da un negozio di abbigliamento per bambini e l’Abadir, già Orchidea, in via Paisiello dove è nato l’ennesimo supermercato, Adesso si aggiunge anche la sesta, con il cinema Arcobaleno, restandone dunque in funzione, rispetto al passato, solo due, per una popolazione di circa 48mila residenti “.

La petizione

Capodanno, già agli inizi del 2014, si era battuto, promuovendo un flash mob e una petizione, pubblicata al link: http://tinyurl.com/Petizione-per-l-Arcobaleno , che raccolse oltre mille firme, per scongiurare la scomparsa della storica sala cinematografica.

Senza dimenticare – continua Capodanno – che proprio al Vomero, in via Cimarosa, nacque nel lontano 1909 il cinema italiano con gli stabilimenti della Lombardo film che, alcuni lustri dopo, avrebbe dato vita alla più grande casa cinematografica italiana: la Titanus “.

Purtroppo .– conclude amareggiato – oltre agli effetti della pandemia, paghiamo, e non da oggi la totale assenza d’iniziative valide e concrete per evitare la scomparsa di luoghi di cultura ma anche di aggregazione e di socializzazione, come i cinema. Da tempo invece in altre città italiane, come Bologna e Firenze, nello specifico settore, i consigli comunali hanno approvato apposite norme, cosiddette “salva-cinema”, che consentono, attraverso apposite convenzioni, la sopravvivenza di sale storiche come appunto il cinema Arcobaleno, laddove purtroppo nel capoluogo partenopeo non si può che registrare la più totale assenza di valide iniziative nonostante la crisi che da tempo coinvolge il settore delle sale cinematografiche, aggravata dall’attuale pandemia “.

Protesta a Benevento

A Benevento ieri la messa della Domenica delle Palme è stata interrotta da un gruppo di attivisti in segno di protesta contro la chiusura dei luoghi della cultura.


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