Michele Battiloro, candidato sindaco a Torre del Greco tra ironia e provocazione: “Farò stadio da centomila posti”

Michele Battiloro, candidato sindaco al comune di Torre del Greco


Michele Battiloro, uno dei 5 candidati sindaci che a Torre del Greco si sfideranno per la fascia tricolore alle elezioni comunali, è un personaggio noto ai cittadini torresi: non per le cariche ricoperte, nonostante la lunga passione politica, ma per la sua attività di musicista e per le sue uscite sui social.

Michele Battiloro, il candidato social di Torre del Greco: centinaia di like per le “sonore” proteste all’amministrazione

Se Beppe Grillo partì dai “vaffa” arrivando a portare i suoi  attivisti in Parlamento, Michele Battiloro ha cominciato la sua protesta politica social con i peti. Il profilo TikTok di Battiloro, attivissimo già in tempi pre-elettorali non sospetti, abbonda di video nei quali riserva queste scortesi sonorità all’amministrazione cittadina uscente guidata da Giovanni Palomba. Ma fa tutto parte dell’istrionico personaggio: “Palomba lo sa che scherzo, e ha dimostrato di saper stare al gioco. Altri assessori invece se la sono presa. Ma era tutto un gioco nato dalla noia del lockdown“, ha dichiarato Battiloro.

Una comunicazione quantomeno atipica per un aspirante sindaco, che non è passata sottotono, visto che i suoi video hanno quasi tutti visualizzazioni a quattro cifre. D’altra parte, nella cultura napoletana, la flatulenza, vera oppure emulata come il pernacchio di Eduardo, è sempre stato un segno di protesta del popolo verso i potenti, fin dai tempi della monarchia. Difatti Michele Battiloro si definisce così, un sindaco del popolo. Musicista, si, ma anche marittimo con dignità ed orgoglio.

“Sono 30 anni che la zona mare non è rappresentata in Consiglio Comunale, cioè dai tempi della Prima Repubblica”. Un periodo storico caro a Battiloro che sta portando avanti una battaglia legale per potersi presentare alla cittadinanza con il simbolo della Democrazia Cristiana del quale è dirigente a livello nazionale. Lo scudo crociato gli è stato negato dalla commissione elettorale dopo gli esposti dell’Avv. Antonio Cirillo che, secondo Battiloro, rappresenterebbe illegittimamente il partito di Don Sturzo in quanto in passato si è candidato sotto altri simboli politici (da ultimo, come aspirante senatore nelle fila del Partito Repubblicano alle politiche del 2018).

Come conseguenza a quest’atto, i manifesti elettorali di Battiloro (molti dei quali sono stati attaccati fuori dagli spazi autorizzati per la propaganda politica) sono stati contrassegnati come affissione abusiva poiché ritraevano il candidato sullo sfondo dello scudo crociato con la scritta “Libertas“.

Populismo, proposte e protesta: l’ironia di Battiloro dà voce alle fasce popolari

Tra il serio e il faceto, il populismo di Battiloro raccoglie approvazione e scherno sui social, ma dai video alle urne il passo non è breve. Non gli dispiace la definizione che gli è stata assegnata: un voto di protesta. Anzi, la fa sua tanto da stamparla sui suoi volantini elettorali. I modi e il linguaggio sono a dir poco maccheronici, ma rappresentano una parte della città ormai disillusa dalla politica, come testimoniano i dati sull’astensionismo delle ultime tornate elettorali. E in una città come Torre del Greco, ricca di sfaccettature e problemi, è gioco facile attaccare la classe politica.

Si candidano sempre le stesse facce da 30 anni. Non si fanno vedere dalle persone se non in periodo elettorale. Chiunque vinca, destra o sinistra, arriva in Consiglio Comunale la stessa gente: non hanno mai fatto un giorno di lavoro” – è l’impietoso il giudizio di Battiloro sui suoi avversari politici.

Prima vendevano le salsicce, oggi fanno gli assessori

Non teme il diverso livello di preparazione professionale rispetto ai suoi competitor, perché “è arrivato a fare l’assessore uno che prima vendeva le salsicce“. E bacchetta gli avversari sulle promesse elettorali che ritornano di frequente, senza trovare realizzazione. Sullo stadio, ad esempio, da appassionato tifoso corallino ci va giù pesante: “Arriva Borriello e dice che ne farà uno da 8000 posti, arriva l’altro e promette 9000 posti. Allora io vi dico che lo stadio lo farò da centomila posti in zona Leopardi. Se dobbiamo dire put***ate allora va bene tutto. Ma non è giusto perché in primis sono un tifoso della Turris, e da tifoso non mi faccio prendere per il c**o

Tifoso talmente sfegatato da aver scritto un inno alla sua squadra del cuore. Ed anche qualche promessa in controtendenza rispetto agli altri candidati, a cominciare dalla richiesta di “tolleranzaalla Polizia Municipale: “Soprattutto gli agenti più giovani che si sono formati sulle strade del nord, sono abituati al rispetto rigido delle regole secondo le strade del nord. Ma qui non possiamo permettere che i vigili facciano solo multe, ci stanno impoverendo“.

Sulla povertà, strettamente legata al voto di scambio, Battiloro però torna serio: “Vengo dalla zona mare che è una delle più martoriate della città. E vi dico che il voto di scambio non si potrà mai debellare“. E ci racconta come sono proprio le situazioni di forte disagio economico a creare terreno fertile per l’inquinamento dei voti: “Nel mio quartiere ci sono persone che non hanno nemmeno i soldi per rinnovare la carta d’identità. Si vendono per un piccolo compenso per fare i rappresentanti di lista. Sfruttano i nostri diritti ai CAF per chiedere i voti. In cambio del voto mi chiedono la busta della spesa. Ma noi vogliamo i nostri diritti, vogliamo il lavoro”.


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