Sconcertante campagna elettorale a Torre del Greco: nessun confronto pubblico tra Mennella e Borriello prima del ballottaggio

Elezioni comunali 2023 a Torre del Greco: sarà ballottaggio tra Mennella e Borriello


A Torre del Greco appare ormai chiaro che non ci sarà alcun confronto pubblico tra Mennella e Borriello, i due candidati sindaci che tra meno di una settimana si affronteranno al ballottaggio per contendersi la carica di sindaco.

Mennella e Borriello rifiutano il confronto, città al voto senza un dibattito pubblico

Dopo tante parole, alla fine vince il silenzio. Appare evidente che, a sei giorni dalla riapertura dei seggi nella città del corallo, i due candidati alla fascia tricolore, Ciro Borriello e Luigi Mennella, non si guarderanno negli occhi davanti ai cittadini e non risponderanno nella stessa sede alle loro domande. Le elezioni a Torre del Greco si avviano così verso un dubbioso esito senza un momento di confronto.

Eppure di parole, in questi 45 giorni di campagna elettorale, se ne sono dette tante. I programmi, certo. Come se i problemi non fossero sotto gli occhi di tutti. Tanti punti sono sovrapponibili, quasi da diventare dei tormentoni: il turismo, i giovani, le periferie, il corallo. Altri cavalli di battaglia venuti fuori in questa uggiosa primavera si sono ritrovati in entrambi i libri dei desideri degli aspiranti primi cittadini, uno su tutti l’istituzione della ZES. Come quando a scuola due compagni di banco sbirciavano dallo stesso temario al compito di italiano.

Programmi sovrapponibili e nessun incontro pubblico tra candidati, il voto a Torre del Greco diventa una lotteria

Ma di riffa o di raffa, tra sette giorni esatti Torre del Greco avrà un nuovo primo cittadino. Anzi, un nuovo “primo dipendente“, perché questo è il ruolo del sindaco, alla fine della fiera. Un dipendente pubblico, pagato dai cittadini, con un contratto a tempo determinato. E che proprio con i cittadini di ogni classe, estrazione sociale, da Santa Teresa a Leopardi, dalla punta del porto a Montedoro, dovranno confrontarsi, senza distinzioni. Garantisti e giustizialisti, persone perbene e persone che non lo sono.

Tra queste tante parole, Mennella e Borriello ne hanno dedicate parecchie al recupero dell’astensionismo, al “convincere gli indecisi”, al favorire la partecipazione dei cittadini alla vita politica. Ma il nobile intento di riportare l’interesse per la città al centro delle vite di chi sceglie di non esercitare il diritto-dovere di voto, appare oggi come un banale e maldestro tentativo di raccattare voti ancora non assegnati all’uno o all’altro.

E’ questo che viene da pensare, se alle tante parole non seguono i fatti. E questi fatti parlano chiaro: Borriello e Mennella hanno scelto di non confrontarsi pubblicamente davanti ai loro futuri “datori di lavoro”. Borriello e Mennella hanno scelto, chi prima, chi dopo, chi apparentemente senza motivazioni, chi con una giustificazione zoppa, di fuggire l’uno dall’altro.

I candidati sindaci preferiscono i monologhi al dibattito: così votano solo i “tifosi”

Hanno scelto i monologhi senza contraddittorio, la gara a chi porta l’amico politico più famoso, come quando nei litigi da piccoli si chiamava “a mio cugino”, le marce con tifoseria al seguito. Tifoserie, certo, perché se un candidato sindaco non mette al centro della propria comunicazione il cittadino e le sue istanze, i suoi dubbi, i suoi problemi, la competizione elettorale perde la sua essenza di confronto democratico per diventare qualcosa di più simile ad una partita di pallone, dove vincono le simpatie, gli affetti e i campanilismi e perde mestamente il dialogo, il confronto sui temi e il dibattito costruttivo.

Un atteggiamento che smonta in parte l’impalcatura comunicativa di serietà e contenuti che i candidati hanno cercato di costruire attorno ai loro personaggi, tra la gente per la gente, per accendere dei dubbi più che leciti da parte della popolazione torrese. Borriello aveva paura di domande scomode sul suo profilo giudiziario al primo turno? Mennella ha paura della rimonta di Borriello al ballottaggio? Quella dell’avvocato è un’infantile ripicca? Il dottore sta davvero cercando una rimonta disperata con ogni mezzo perché sa di essere indietro nelle preferenze?

Fuori i temi, largo al gossip. Cosa importa dei programmi, facciamo il tifo per X. Tanto sono tutti uguali, no ?

Anche se la settimana è ancora lunga e non sorprenderebbero dietrofront dell’ultimo minuto e colpi di scena, al momento la città si avvia alle urne con tanti interrogativi inevasi proprio da chi si candida a dare risposte. Una scelta che lascia sconcertata una larga fetta dell’elettorato e che non getta luce positiva sull’avvio di questa consiliatura, qualunque sarà il cognome più barrato nei seggi il 28 e 29 maggio.


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