La pandemia ha mostrato una Napoli meravigliosa e virtuosa


Si fa fatica a tenere il conto del numero di servizi giornalistici persecutori nei confronti di Napoli e dell’intero meridione. Cittadini del Mezzogiorno ed in particolare napoletani, dipinti come arretrati perché incivili e tendenzialmente criminali. Emerge con chiarezza dalle parole, i sorrisini e i fantozziani tentativi di ribaltare la realtà, distogliendo l’attenzione dai disastri provocati dalla classe dirigente della Lombardia. Il sistema Italia riproduce il solito canovaccio: il Sud con in testa Napoli è recalcitrante alle regole, la camorra fa business anche durante la pandemia (vedi ultimo servizio delle Iene) ma la fortuna gli sorride perché il virus non è penetrato a fondo come nel Nord laborioso. Forse la caratteristica oziosa dei suoi abitanti li ha difesi. Nella sua estrema nullafacenza con 249 medici del Cardarelli assenteisti, ci sono incredibilmente ancora posti letto nelle terapie intensive. Poi la Procura della Repubblica smentirà l’ennesimo tentativo di far passare la classe medica napoletana al pari di un parassita senza dignità.

La pandemia ci consegna una verità incontrovertibile, nonostante i mainstream nazionali abbiano sudato sette camicie pur di affibbiarci il ruolo di eterni subalterni alle presunte efficienze e virtù del Nord. L’obiettivo è sempre lo stesso: proseguire con una narrazione infetta e descrivere il meridione come una terra abitata da esseri sostanzialmente inferiori, come ieri sera ha sostenuto il lombrosiano Feltri. I motivi che inducono a penetrare il resto del Paese con pregiudizi e luoghi comuni sono da sempre squisitamente economici. La cosiddetta locomotiva d’Italia non può perdere il primato dei trasferimenti statali in materia di sanità per esempio. Non si sostenga mai che il Pascale e il dottor Ascierto siano riusciti a lavorare meglio dell’equipe milanese del Sacco capitanata dall’illustre  professor Galli reo di aver sottovalutato la diffusione endemica del virus.

Il Nord produttivo non può permettersi di mostrare le proprie incompetenze e inettitudini a cospetto di un Sud relegato all’eterna sperequazione economica. I dominanti quando sono in difficoltà utilizzano ogni mezzo per schiacciare i dominati.

Dalle nostre parti la pandemia ci ha regalato il volto più bello della nostra città. Napoli si è impermeabilizzata tirandosi fuori faticosamente dal rischio di una diffusione incontrollata del contagio grazie ad un alto sentimento di senso civico e di appartenenza. Reclusi in casa per quasi due mesi, mentre a Milano veniva riscontrato il 40% di mobilità e raffiche di sanzioni per le infrazioni al decreto governativo.

Resistere alle misure draconiane imposte da De Luca non era affatto semplice. La Campania è stata la regione ad imporre le misure più rigorose vietando sport all’aria aperta, servizio di delivery food e passeggiate con i figli. In difesa della salute pubblica e non come Sgarbi ha commentato perché c’era il timore che la cittadinanza sottovalutasse il rischio contagio.

Abbiamo conosciuto la Napoli di Ascierto, quella che fa squadra tra strutture sanitarie. Cotugno e Pascale si sono dimostrate all’avanguardia, operose ed efficaci nel contrasto al Covid-19. Nonostante i miseri fondi a disposizione, nonostante la sanità regionale vaghi in una eterna condizione di guerra. Ma è forse quando si lavora e si vive in trincea che ci si abitua a superare i limiti. Ed è accaduto. Napoli ha fatto scuola. Si è meritata i titoli dei giornali stranieri che ne hanno celebrato l’eccellenza. Mentre a La7 suscitava stupore comunicandolo al Paese con disinvoltura. A pochi chilometri dai due centri ospedalieri si costruivano dei Covid center al Loreto Mare e all’ospedale del Mare spendendo un terzo di quanto celebrato a Milano per la edificazione di nuovi posti letto di terapia intensiva per la modica cifra di 21 milioni di euro.

E’ stato scongiurato anche un allarme sociale fomentato dalla camorra grazie alla generosità dell’intero tessuto sociale. Dal panaro solidale alle spese per i più bisognosi, la comunità nel momento di necessità si è idealmente abbracciata a sostegno degli ultimi. Ci hanno provato ancora una volta a identificare Napoli con la camorra, ma non ci sono riusciti. Per il momento. Resta, invece, l’orgoglio di un popolo capace di soffrire in silenzio mostrando una più consapevole capacità di reazione alle avversità.


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