Omicidio Giulia, Alessandro disprezzava le sue origini del Sud: la costringeva anche a tifare Juve


E’ stato descritto come un “manipolatore narcisista” Alessandro Impagnatiello, il 30enne reo confesso dell’omicidio di Giulia Tramontano che, stando a quanto riferito dai conoscenti, si sarebbe mostrato più volte sprezzante nei confronti della compagna, per le sue origini del Sud, costringendola addirittura a tifare per la Juventus anziché per la squadra del Napoli.

Alessandro Impagnatiello, Giulia Tramontano disprezzata perché del Sud

Giulia si era trasferita da Sant’Antimo, in provincia di Napoli, a Milano circa 5 anni fa, allontanandosi dalla sua famiglia alla quale è sempre rimasta fortemente legata. Nel 2020, durante il lockdown, via chat conosce Alessandro e inizia una relazione con lui. Poco dopo, i due vanno a vivere insieme nell’abitazione di Senago.

Come emerso nel corso dell’ultima puntata di Quarto Grado, qualcosa nel comportamento del ragazzo non piaceva ai familiari e agli amici di Giulia. “Alessandro spesso è sprezzante, giudica la sua ragazza per le origini del Sud, addirittura la incita a tifare Juventus anziché Napoli” – queste le testimonianze emerse dal programma.

“Alessandro costringeva quasi Giulia a cantare l’inno della Juventus e quindi io ho visto una persona plagiata” – racconta Angelo di Carluccio che conosceva bene la coppia. Apparentemente, però, i due sembravano particolarmente affiatati, soprattutto nelle foto scattate durante la loro recente vacanza alle Baleari, tra Ibiza e Formentera.

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Giulia già era in dolce attesa. Aveva scoperto di essere incinta nel novembre del 2022 e attendeva con ansia l’estate per conoscere finalmente il suo bambino. Il parto era previsto per l’estate e avevano già scelto il nome: si sarebbe chiamato Thiago.

Eppure già da qualche mese Impagnatiello frequentava un’altra ragazza, una 23enne di origini americane che aveva iniziato a lavorare come cameriera nel suo stesso bar. Si erano messi insieme ma lei non sapeva che l’uomo di cui era innamorata aveva già un’altra donna che di lì a poco lo avrebbe reso padre.

A gennaio, anche la 23enne scopre di essere incinta e, di comune accordo con il compagno, decide di interrompere la gravidanza. E’ nel mese di aprile che, sfogliando le foto sul cellulare del 30enne, nota gli scatti della vacanza della coppia.

Anche davanti all’evidenza Impagnatiello tenta di negare: dice che Giulia è una ragazza affetta da problemi mentali e che non è lui il padre del bambino che aspetta. Gli presenta addirittura un falso test del DNA ma sarà proprio quello a decretare la fine delle sue bugie: la ragazza nota sul suo telefono alcune strane ricerche riguardanti falsi test genetici e stronca la relazione.

Sarà lei a contattare Giulia chiedendo un incontro per metterla al corrente di tutte le menzogne che, proprio come lei, ha dovuto subire. La giovane chiede ad Alessandro di raggiungerle ma lui si defila e quando lei rientra in casa si consuma la tragedia.

Proprio all’interno dell’abitazione, con un coltello, l’uomo avrebbe messo fine alla vita di Giulia e di suo figlio ancora in grembo. Avrebbe poi tentato di bruciare il cadavere, non riuscendoci, e nascosto in un terreno poco distante dell’abitazione. Il tutto inscenando un finto allontanamento spontaneo di Giulia, arrivando addirittura a inviare messaggi sul numero della ragazza quando era già morta e contattando la madre per ricevere notizie sulla compagna. Lui stesso, inoltre, avrebbe sporto denuncia ai carabinieri, finendo poi per confessare l’omicidio


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