Il papà del 24enne ucciso: “Giò Giò amava Torre del Greco. Stava spesso qui dalla nonna”


Lo scorso sabato all’inaugurazione della rassegna musicale Voci d’autunno, organizzata dal Comune di Torre del Greco, ha preso parte Franco Cutolo, papà di Giovanbattista, il musicista ucciso a Napoli a soli 24 anni. Proprio a lui, infatti, l’amministrazione ha deciso di dedicare la kermesse.

A Torre del Greco il papà di Giovanbattista Cutolo: “Amava la città”

Giò Giò è stato ucciso a colpi di pistola all’alba dello scorso 31 agosto a seguito di una lite tra giovani sfociata per futili motivi. A scatenare la violenza uno scooter parcheggiato male e l’intervento del giovane musicista in difesa di un amico.

Una perdita importante per l’intera città, un ragazzo pieno di valori e dall’immenso talento, richiestissimo dalle orchestre di tutta Europa. Un vuoto incolmabile per mamma Daniela e papà Franco, affermato regista nato e cresciuto a Torre del Greco, lì dove Giovanbattista aveva trascorso momenti felici sin dall’infanzia.

Giò Giò aveva un legame speciale con Torre del Greco. Tante volte, specie da piccolo, insieme alla sorella lo lasciavo a casa della nonna: gli piaceva tanto la città. Una delle ultime volte che abbiamo pranzato insieme, mi ha chiesto proprio se le voci su un possibile recupero dei quattro altari fossero fondate” – ha detto Franco Cutolo direttamente dal palco di Villa Macrina, durante la giornata inaugurale di Voci d’Autunno.

Era legato alla festa. Da piccolissimo mi ha aiutato a realizzare l’altare nel 2003 e fu molto partecipe anche quando mi fu affidata la realizzazione di un’altra opera nel 2011. Oggi sarebbe felice di sapere che l’amministrazione comunale sta lavorando per riportare in auge la festa dei quattro altari” – ha continuato.

Ha poi rivolto i suoi ringraziamenti al sindaco Luigi Mennella e al dirigente del settore Cultura Gennaro Russo per essere stati vicini alla famiglia nel giorno dei funerali ed ha chiesto alla città di essere parte attiva “nella battaglia che stiamo portando avanti per modificare una legge, quella sulla responsabilità penale dei minori, che sostanzialmente è degli anni ’30 e ha subito alcune modifiche negli anni ’80, quando i ragazzini di 16-17 anni giocavano a Monopoli. Oggi, invece, molti girano armati di coltelli e pistole”.

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“Questo accade soprattutto a Napoli, in tutti i quartieri. Una cosa che mi porterà a lasciare la città per trasferirmi in provincia. Il 9 ottobre saremo a Roma per una manifestazione e mi auguro che anche i torresi siano con noi – ha concluso.

“Abbiamo deciso di dedicare la rassegna Voci d’Autunno a Giò Giò, non solo come doveroso omaggio ad un figlio della nostra città, ma soprattutto per provare ad evidenziare come questa tragedia debba servire da monito, verso le istituzioni certo ma anche verso i genitori, che devono tornare ad avere il giusto ruolo di guida per i loro figli. L’ho detto anche a Franco, da papà prima che da sindaco, la vicenda mi ha toccato profondamente ed è difficile trovare le parole giuste. Anzi, forse è giusto che invece alle parole si lasci spazio ai fatti” – è il commento del primo cittadino.


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