Salvini ha fagocitato i 5 Stelle: sedotti e abbandonati, li ha usati a suo piacimento


Luigi Di Maio sedotto e abbandonato, e insieme a lui tutti gli appartenenti ed i sostenitori del Movimento 5 Stelle. Matteo Salvini, ieri, si è concesso una pausa dalla consolle per DJ in spiaggia aprendo ufficialmente la crisi di governo. Come se non bastasse, ha accusato gli ormai ex alleati di aver impedito all’esecutivo di lavorare, mentre lui era in spiaggia a Milano Marittima e gli altri nelle sedi istituzionali, come ha giustamente ricordato il presidente Giuseppe Conte.

Eppure i pentastellati, o almeno una parte di essi, hanno difeso strenuamente Salvini quasi fino all’ultimo giorno. Gli hanno perdonato di tutto. Luigi Di Maio e compagni hanno preferito perdonare l’uso abusivo della moto d’acqua della Polizia di Stato, hanno votato a favore dell’immunità parlamentare sulla questione Diciotti, hanno ignorato le innumerevoli bufale su vaccini, immigrazione, sicurezza.

In 14 mesi di alleanza Salvini ha fatto il bello ed il cattivo tempo, come e quando voleva. Ha invaso questioni non di sua competenza calpestando i piedi ai colleghi ministri, spesso affermando esattamente il contrario rispetto a quanto gli ultimi avevano detto. I vertici del Movimento 5 Stelle gli hanno lasciato il ruolo di prima donna e il buon Matteo l’ha accettato di buon grado, frequentando di più i social e i voli di Stato che il Palazzo del Viminale.

I vari Luigi Di Maio e Danilo Toninelli hanno sempre chinato la testa davanti al leader della Lega Nord, salvo negli ultimi giorni, quando era ormai troppo tardi. Hanno consentito a Salvini di prolungare la campagna elettorale di oltre un anno, dalla posizione privilegiata di vice premier e Ministro dell’Interno. Un gioco facilissimo per un volpone che ha conquistato la prima poltrona nel lontano 1993, quando aveva 20 anni, diventando consigliere comunale a Milano. Matteo Salvini non ha mai lavorato, dirlo non è reato: lo ha affermato la Corte di Cassazione.

Il lupo ha mangiato l’agnello: lo avevamo già scritto il 31 maggio 2018 prendendoci gli insulti dei tifosi dell’allora neonato governo (sì, perché in Italia la politica non esiste, esiste solo il tifo). Ecco le fauci nelle quali il Movimento 5 Stelle si è gettato anima e corpo, venendo masticato all’occorrenza ed infine sputato.


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