Sardine Campania, il portavoce Michele Esposito: “Siamo contro i populismi e opposti al M5S”


Si chiama Michele Esposito, è originario di Piano di Sorrento, ha 33 anni e fa lo chef. E’ lui l’uomo di fiducia scelto dalle ‘6000 Sardine’ per essere il portavoce della Campania.

Insieme a Massimiliano Perna (portavoce Sicilia), Jasmine Cristallo (portavoce Calabria) e Isabella Capozzi (portavoce Puglia) è stato ospite ieri insieme al leader delle Sardine Mattia Santori dal ministro per il Sud, Giuseppe Provenzano. Ai 4 mancava il portavoce della Basilica che sarà ricevuto oggi dal ministro Boccia per discutere dell’Autonomia.

Ma chi è Michele Esposito e come è nata la sua collaborazione con le Sardine?

“Faccio lo chef e ho lavorato per tanti anni all’estero. Sono tornato qui per sperare di cambiare le cose a casa. Non sono da solo, siamo un gruppo di ragazzi che abbiamo sposato il movimento. Dopo Bologna e Modena il caso ha voluto che Sorrento sia stata la prima piazza dopo l’Emilia ad organizzare una manifestazione a novembre. Scendemmo per le strade in concomitanza all’arrivo di Salvini e la scelta del sindaco di passare alla Lega. Siamo rimasti in contatto con Santori nei 4 giorni che passarono dalla loro manifestazione a Bologna alla nostra. Ci sentiamo spesso, siamo andati a Bologna più di una volta. C’è un rapporto continuativo di fiducia reciproca”.

Ieri è andato anche lei all’incontro con il ministro Provenzano. Forse è stata fraintesa una frase di Santori su creare un Erasmus tra le Ragioni del Nord e quelle del Sud.

“Eravamo tutti ‘terroni’: portavoce dalla Calabria, dalla Campania, dalla Puglia e dalla Sicilia. Mancava solo la Basilicata che parlerà oggi di autonomia con Boccia. Abbiamo parlato per un’ora e 40 con il ministro ed è un po’ limitante estrapolare solo quella frase senza dire quello che c’è dietro. Voleva essere solo un’idea tra le mille che abbiamo esposto al tavolo. Chi ha lavorato all’estero trova più facile relazionarsi con chi è di Milano, Torino o Novara rispetto a quando ti trovi a Londra che sei il lavoratore immigrato che non Italia per Italia. Ci sono mille problematiche. In primis i trasporti, per esempio sono stato a Riace alle manifestazione delle sardine a sostegno di Lucano. Sono partito da Sorrento alle 6.30 di mattina e sono arrivato alle 3 meno venti, 320 km. Ci sono collegamenti in Sicilia di 300km dove ci vogliono 11/12 ore. L’Erasmus era inteso come movimento in sé, come corpi che si muovono e poi per quale motivo io a livello personale e culturale non potrei andare sei mesi al Politecnico di Torino se sono uno studente della Federico II e vivere lì? Cosi tesso i contatti con le persone invece di aspettare che magari tra dieci anni conosco quel Torinese e me lo ritrovo a Londra”.

Non sarebbe quindi meglio creare un rapporto di collaborazione tra le Università con la possibilità di trovare lavoro stesso nella propria Regione di appartenenza?

“Ma infatti questo discorso rientra in quello più ampio che abbiamo fatto sulla valorizzazione dei poli universitari. Il Mediterraneo è inteso come terra di trasporti e il Meridione può ricoprire un ruolo centrale a livello economico. Ma per creare occupazione devi creare una preparazione alle persone quindi tutto si collega. Partiamo da un altro dato importante quello dell’abbandono scolastico che in province come Napoli o Salerno sono al 35%. Un ragazzo ogni tre diventerà o un emigrato o manodopera per associazioni criminali e lavoro nero che sono poi la rovina di tutta l’Italia. Se tu queste persone non le obblighi ad andare a scuola, a diplomarsi e quindi a crearsi un futuro, non le metti in condizione di farle diventare elementi fondamentali del processo di sviluppo. Aumentando i poli universitari quindi crei possibilità di occupazione. Napoli, Catania e Palermo sono porti che piuttosto che stare chiusi, come dice qualcuno, devono diventare la via del commercio e della produzione”.

Le vostre proposte da chi, a livello politico, devono essere attuate?

“Ma noi non siamo quelli che devono fare le proposte, non facciamo noi le manovre economiche e di governo. Noi siamo un corpo di mezzo delle persone e della società civile interessate a quello che accade intorno. La possibilità che ci ha dato ieri il Ministro è stata quella di dire che c’è un problema politico che è il distaccamento delle persone da quello che è l’interesse generale e la popolazione. Basti vedere le ultime elezioni, più del 60% dei votanti in Emilia meno del 40% in Calabria. Noi cerchiamo nel centrosinistra dei referenti che possano ascoltarci. Per vocazione e per principi non possiamo essere accodati a quelli che sono dall’altra parte e inoltre siamo contro il populismo che è la rovina della politica e porta solo il distaccamento delle persone. Non crediamo di avere in questo momento né la voglia né le competenze per fare proposte. La politica e le parole hanno un valore”.

Alcuni però vi associano al Movimento Cinque Stelle.

“Ma siamo diametralmente opposti. Loro sono partiti con i ‘Vaffa day’, loro vanno contro la forma politica del partito. Noi invece siamo a favore della politica come rappresentanza civile, noi non mandiamo a fanc… i politici ma cerchiamo con loro un confronto. Non facciamo un teatrino come ha fatto per anni il M5S, ci vuole competenza per le cose. Io faccio lo chef ma non posso non avere attenzione e occhio critico per quello che mi accade intorno e questo perché nella sinistra negli ultimi quindici anni c’è stato un lento e inesorabile allontanamento della popolazione alla politica”.

Non c’è quindi l’idea di creare un partito?

“Mattia Santori ha già risposto più volte a questo. Noi però siamo un movimento orizzontale, non un ordine di partito che puoi controllare tutti. Non posso parlarti a titolo di sardine perché ci sono persone diverse tra loro. Potrebbero quindi esserci delle sardine che se crederanno di avere le competenze specifiche tali a poter fare una cosa del genere, lo faranno”.

A Napoli scenderete in piazza il 18 febbraio anche a sostegno dei lavoratori Whirlpool e contro l’arrivo contemporaneo di Salvini in città.

“A Napoli varie persone in contemporanea hanno pensato di sposare il progetto delle sardine quindi sono nate varie realtà con tre pagine diverse su Facebook ma per il 18 si stanno muovendo insieme. Siamo molto vicini ai lavoratori della Whirlpool, oggi è iniziato il presidio. Ma siamo attenti anche ad altre questioni, la Whirlpool è l’istanza più grande ma siamo vicini a tutte le vertenze di Napoli. Cerchiamo di unire le loro battaglie in modo diverso da quanto fa un partito politico, cioè una passeggiata trionfale alla ricerca dei voti, noi i voti non li vogliamo. Vogliamo solo essere portavoce e strumento”.

 

 


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