Jonathan Galindo, il pericoloso “gioco” social che avrebbe potuto portare alla morte di un bimbo di 11 anni


Poche ore fa ha iniziato a circolare la triste notizia della morte di un bimbo di 11 anni e da lì in poi sono state tante le ipotesi attorno alle motivazioni del suicidio. Le indagini sul movente del disperato gesto sono approdate, dunque, nel mondo dei social e girano ora attorno al personaggio di Jonathan Galindo.

Si stanno approfondendo le indagini in tal senso dopo che nelle chat delle mamme di alcuni compagni del ragazzino, a quanto pare, sono circolati video e link del gioco che potrebbe aver portato il bambino alla morte. La Procura dei minori ha, quindi, aperto un fascicolo e le forze di polizia hanno sequestrato il cellulare del bambino e una console in grado di collegarsi a internet.

Fare luce su questo genere di pericolosi fenomeni social è importante per far sì che i genitori siano pronti a denunciare alle autorità competenti spiacevoli accaduti prima che sia troppo tardi per i propri figli e per tanti bambini che, inconsapevolmente, approcciano in modo pericoloso al mondo di internet.

Jonathan Galindo, dunque, è un nuovo fenomeno social molto conosciuto negli USA, arrivato in Europa prima in Spagna e Germania e approdato successivamente in Italia. Il “gioco” è semplice: se accetti la richiesta di amicizia, solitamente fatta a giovanissimi tramite Tik Tok, Facebook o Instagram, ti viene inviato, tramite messaggio privato, un link che ti propone di entrare a far parte di un gioco.

Tale gioco prevede delle sfide e prove di coraggio fino ad arrivare a veri e propri atti di autolesionismo. Di profili riconducibili al personaggio di Jonathan Galindo, in realtà, navigando in rete, ce ne sono moltissimi ma differenziati da minimi tratti diversi all’interno del nickname.

Questa nuova challenge sembrerebbe essere interessata a seguire le orme di quella che pochi anni fa era la cosiddetta “Blue Whale”: un pericolosissimo “gioco” che ebbe un fortissimo impatto mediatico in tutto il mondo e che, soltanto in Russia, contò migliaia di vittime.

Nel caso di Jonathan Galindo, il tutto sarebbe nato da una maschera (simile al personaggio di Pippo) creata da Samuel Catnipnik, un produttore di effetti speciali cinematografici, per scherzo. Il problema è che qualcuno si è divertito ad appropriarsi di questa creazione inscenando un personaggio per creare challenge pericolose riservate ai più giovani.


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